Privacy Policy I capocannonieri della Coppa Italia dal 1990 al 2006

I capocannonieri della Coppa Italia dal 1990 al 2006

10 Aprile 2021

Nonostante la formula del torneo sia mutata più volte negli anni, la Coppa Italia ha sempre mantenuto un suo fascino particolare.

Nel periodo di grazia celeste del nostro calcio, infatti, le squadre che arrivavano a contendersi la coppa nazionale erano varie: se l’atto finale aveva un format diverso, composto da andata e ritorno, vi era anche una specialissima fase a gironi composta dalle compagini più piccole che partivano da lontano per inseguire un bellissimo sogno.

Per capire ancora oggi quanto sia importante arrivare in fondo a questa competizione basta pensare alle opportunità che essa offre: un posto garantito in Europa League (anche se a noi piace ancora chiamarla con il suo nome originario, la Coppa UEFA) e la possibilità di giocarsi la Supercoppa Italiana.

Noi vorremmo ripercorrere alcuni degli anni d’oro di questo torneo attraverso i suoi marcatori, nel periodo di tempo che va dal 1990 al 2006, anche in onore di un giocatore che fa parte di questa speciale classifica e che oggi compie gli anni.

1989-90: Franco BARESI – Milan (4 gol)

Signore e signori, si parte subito con una grande sorpresa: Franco Baresi, forse il difensore italiano più forte di sempre, vince la classifica marcatori di questa edizione della Coppa Italia. A favorirne l’exploit è la tripletta, tutta di rigore, contro il Messina nella fase a gironi. Il numero 6 del Milan, però, non riuscirà ad alzare la coppa nel suo stadio, dove si è giocato il ritorno della finale vinta dalla Juventus con gol di Galia ai danni dei rossoneri.

1990-91: Ruggiero RIZZITELLI e Rudi VÖLLER – Roma (4 gol)

A dividersi lo scettro di capocannonieri dell’edizione 1990-’91 sono due compagni di squadra che porteranno a casa la coppa. Per Rizzigol un contributo importante soprattutto nelle prime fasi, mentre il tedesco Völler, rigorista giallorosso, mette la firma nei momenti decisivi segnando nella doppia sfida in finale contro la Sampdoria di Vialli e Mancini.

1991-92: Alessandro MELLI – Parma (5 gol)

La consacrazione di Melli come miglior marcatore della Coppa Italia 1992 va di pari passo con la prima storica vittoria del “suo” Parma, che solo da qualche anno si è affacciato alla massima serie. Melli segna anche in finale contro la Juve di Baggio, rimontando lo 0-1 subito all’andata a Torino. Coronerà la sua stagione vincendo l’Europeo Under 21 con gli Azzurrini.

1992-93: Giuseppe SIGNORI – Lazio (6 gol)

Appena arrivato dal Foggia di Zeman, Beppe continua a fare ciò che sa fare meglio: gol. Questa è infatti la sua miglior stagione dal punto di vista realizzativo, dove metterà a referto trentadue reti in trentotto presenze totali vincendo sia la classifica marcatori del campionato, sia quella della Coppa Italia. Per capire di cosa parliamo basti pensare che, oltre lui, sono riusciti in questa impresa soltanto Riva, Meazza, Boninsegna e uno che si chiamava Diego Armando Maradona. Tuttavia in questa edizione della Coppa Italia, la sua Lazio si arrenderà ai quarti contro i futuri campioni del Torino.

1993-94: Attilio LOMBARDO – Sampdoria (5 gol)

Il bello di questo torneo è che può portare alla ribalta squadre che non avremmo mai immaginato di veder giocare una finale: è il caso dell’Ancona, che nell’edizione 1994 arriva fino all’atto conclusivo contro la Samp di Attilio Lombardo. Il ritorno è una sfida senza storia, dove i blucerchiati travolgono i marchigiani con un rotondo 6-1 e dove Popeye segna una doppietta. La sua carriera prenderà una piega molto prestigiosa, indorata anche dalla Champions League conquistata con la Juventus.

1994-95: Fabrizio RAVANELLI (Juventus) e Marco BRANCA (Parma) – 6 gol

Juventus-Parma è il film di tutta la stagione 1994-’95 e Fabrizio Ravanelli è uno dei protagonisti: la finale di Coppa Italia, vinta dalla Juventus, è un remake dell’atto conclusivo della Coppa UEFA vinta invece dal Parma. Se Penna Bianca è riuscito a lasciare il segno tanto in Coppa Italia quanto in Europa, diversa è stata la parabola dell’altro capocannoniere ducale, Marco Branca: nell’undici tipo di Nevio Scala si alterna spesso a Brolin per affiancare quell’intoccabile fuoriclasse di Gianfranco Zola.

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