Privacy Policy I giocatori che hanno segnato più reti in Serie A negli anni '80

I giocatori che hanno segnato più reti in Serie A negli anni ’80

1 Aprile 2020

15. Franco SELVAGGI (43 reti)

Spadino Selvaggi era capace di far impazzire i propri marcatori. Se poi a confermarlo è Pietro Vierchowod, il pié veloce per antonomasia, c’è da crederlo bene. «Mi faceva girare la testa, era imprendibile» dichiarò lo Zar. Minuto e brevilineo, dopo un debutto da giovanissimo in Serie A nelle fila della Ternana con annessa rete alla Juventus, Franco costruisce la sua fama di cecchino dell’area di rigore con la maglia del Taranto. All’alba degli anni ’80 è Gigi Riva a caldeggiare il suo acquisto per assicurare le reti necessarie al Cagliari per centrare la permanenza in Serie A. Con i sardi disputa tre tornei ad altissimo livello che, addirittura, convincono Bearzot a portalo con sé in vista del Mundial ’82. Tuttavia Selvaggi non disputerà neanche un minuto della kermesse, ma il suo potenziale è universalmente riconosciuto. Va al Torino e in due anni si rende protagonista di buone prestazioni, andando a segno per quindici volte in 56 match. Segna le sue ultime reti in Serie A con la maglia dell’Udinese durante l’edizione 1984-85, mentre rimane a secco l’anno successivo quando firma per l’Inter. Viene ingaggiato con il ruolo di vice-Rummenigge, ma al termine della stagione si contano solo sette gettoni di presenza. Termina la sua carriera l’anno successivo, in Serie B, con la Sambenedettese.

14. Massimo BRIASCHI (46 reti)

Viene lanciato in Serie A dal decano Gibì Fabbri tra le file del Real Vicenza. Sin dal suo debutto viene etichettato con l’ingombrante soprannome di Nuovo Rossi. Inizia il decennio vestendo la maglia del Cagliari, ma è solo nel torneo cadetto del 1981-82 che l’attaccante di fascia inizia a segnare con regolarità. Il Genoa lo acquista nella sessione autunnale del 1981 e ben presto conquista la maglia da titolare, oltre al titolo di capocannoniere della squadra per tre anni consecutivi. È il 1984 quando arriva l’irrinunciabile chiamata della Juventus e la retrocessione in B del Grifone facilita l’affare. Durante la sua prima stagione in bianconero, la guizzante ala, all’occasione centravanti, disputa la forse sua miglior stagione in termini qualitativi, oltreché realizzativi, andando a rete per ben dodici volte ed eguagliando il record dell’anno precedente. Con i colori bianconeri addosso, Briaschi vince uno Scudetto, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale ed una Supercoppa UEFA. La sua avventura in bianconero termina nel 1987, quando torna al Genoa in Serie B.

13. Walter SCHACHNER (48 reti)

L’austriaco è l’acquisto di punta operato dal Cesena in vista del campionato 1981-82. Compagno di reparto della leggenda Hans Krankl in Nazionale, l’arrivo allo stadio La Fiorita viene salutato dall’entusiasmo dei tifosi bianconeri e lui li ripaga con diciassette gol in due anni. Nell’estate 1983, complice la retrocessione in B dei cesenati, passa al Torino per la cifra di tre miliardi: la sua esperienza in granata dura sino al 1986, durante i quali mette a segno diciotto gol in quasi novanta partite. Si fa apprezzare come affidabile partner d’attacco prima di Hernandez, poi di Serena, quindi di Comi. Dopo l’esperienza sotto la Mole, accetta l’offerta del Pisa di Anconetani, promosso in Serie A dopo l’estromissione per illecito sportivo dell’Udinese. Tuttavia, la decisione del Giudice Sportivo di riammettere i friulani nella massima serie costringe il presidente dei toscani a “mollare l’osso”. Così l’austriaco decide di sposare la causa dell’Avellino: rimane al Partenio per due campionati, finché gli irpini non subiscono la retrocessione. Schachner ce la mette davvero tutta per evitare il baratro ai biancoverdi, ma le sue nove reti nell’ultimo campionato non sono sufficienti per centrare l’obiettivo. Torna così in patria, ritirandosi all’età di quarantuno anni.

12. Andrea CARNEVALE (48 reti)

Come Altobelli, anche Carnevale muove i suoi primi passi in provincia di Latina con la maglia del Fondi. L’Avellino lo nota e lo acquista, facendolo esordire in campionato contro la Roma. Dopo aver messo a segno la sua prima rete in Serie A, matura in provincia con le maglie di Reggiana e Cagliari. Nell’ottobre del 1983 dice sì al Catania, ma il pessimo torneo degli etnei non gli impedisce di mettersi in mostra, tant’è che l’Udinese lo vuole per raccogliere l’eredità di Virdis, ceduto al Milan. In due anni in bianconero migliora sensibilmente le sue prestazioni, mettendo a segno sedici reti in due tornei e il Napoli mette sul piatto quattro miliardi per aggiudicarselo. Vive il suo periodo d’oro con la maglia dei partenopei, con la quale si aggiudica due scudetti, una Coppa UEFA e una Coppa Italia, tanto da guadagnarsi la stima del commissario tecnico della Nazionale, Azeglio Vicini, che lo veste d’azzurro in occasione degli Europei in Germania del 1988 e, soprattutto, durante i Mondiali di Italia ’90. Vive la sua miglior stagione dal punto di vista delle prestazioni nel 1988-89 quando mette a segno la sua prima e unica tripletta in occasione del successo del Napoli contro il Pescara per 8-2.

11. Bruno GIORDANO (50 reti)

L’addio improvviso di Chinaglia alla Lazio gli ha fatto velocemente bruciare le tappe per conquistare un posto da titolare al centro dell’attacco biancoceleste. Bagna l’esordio in Serie A con il gol decisivo nella trasferta in casa della Sampdoria grazie ad un assist di Long John che, pochi mesi dopo, fa le valigie ed emigra negli Stati Uniti. Il ragazzo di Trastevere non fa rimpiangere l’addio del suo idolo e conquista i cuori dei suoi tifosi nel giro di pochissimo tempo. Tuttavia, gli anni ’80 per lui si aprono nel modo peggiore: si ritrova coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse e subisce una squalifica di tre anni e sei mesi. L’amnistia post Mundial gli consente di tornare subito in campo e nel 1983 riporta la Lazio in Serie A a suon di gol. La sua esperienza con i colori del cuore s’interrompe nel 1985, quando i capitolini retrocedono nuovamente fra i cadetti ed il Napoli lo acquista per metterlo accanto a Maradona. Insieme all’argentino – e Carnevale prima e Careca poi – forma la MaGiCa, un trio d’attacco micidiale che consente ai partenopei di issarsi ai vertici del campionato italiano. È il 1988 quando il rapporto con la squadra s’interrompe in maniera burrascosa ed è costretto all’esilio forzato. Sceglie l’Ascoli per rimanere nella massima serie e con i marchigiani supera quota cento gol in Serie A. Gli anni ’80 si chiudono a Bologna con Maifredi in panchina: le sue reti consentono ai rossoblù di qualificarsi per la Coppa UEFA.