Privacy Policy La classifica dei 25 portieri italiani più forti

Le classifiche di ON: i migliori portieri italiani dal 1990 al 2006

27 Gennaio 2020

Italia, paese di santi, poeti, navigatori e… portieri. Come non essere d’accordo: il Made in Italy tra i pali non è mai passato di moda, grazie a una scuola d’eccellenza e a una quantità industriale di talenti che ha esportato il “marchio” anche oltre i confini nazionali.

Sacerdote indiscusso in quest’ambito, è pleonastico dirlo, è stato ed è tuttora Gianluigi Buffon che, da ormai 25 anni tiene alto, anzi altissimo, il nome della tradizione italiana fra i pali. Ed oggi che ne compie 42, inseguendo record per abbatterli – com’è ormai abituato a fare – celebriamo la sua grandezza non citandolo minimamente nella nostra classifica dei migliori portieri italiani della storia recente. Troppo forte, Gigi, un’altra categoria.

Ecco, dunque, la nostra classifica dei 25 portieri italiani più forti dal 1990 al 2006. Sia chiaro, non pretendiamo di mettere d’accordo tutti, è solo la nostra personale classifica, leggete con attenzione ed emozione (visto i nomi presenti) e fateci sapere la vostra. Si parte!

25. Valerio Fiori

Valerio Fiori

Nell’immaginario dei tifosi più giovani, l’equazione è semplice: Valerio Fiori = terzo portiere del Milan. Forse non tutti ricordano, però, che Fiori è stato anche titolare nella Lazio tra il 1989 e il 1992, venendo considerato tra i più promettenti portieri italiani. Prima di diventare il terzo portiere italiano per eccellenza con la maglia del Milan, ha vestito anche le casacche di Cagliari, Cesena, Fiorentina e Piacenza.

24. Andrea Mazzantini

Andrea Mazzantini

La sua maglia numero 35, color arancio fluo, è una reliquia per tutti i nostalgici. Un po’ come tutto quel Perugia: quello di Serse Cosmi in panchina, di Zé Maria e Grosso sulle fasce, di Bazzani e Vryzas e… scusate se non riesco ad andare avanti ma “non ce la faccio, troppi ricordi” (cit.). Mazzantini è tra i pali di quella squadra, e nel triennio umbro vive i suoi anni migliori garantendo spesso un certo grado di spettacolarità negli interventi. Sarà anche la sua ultima esperienza da calciatore: nel 2002, appena passato al Siena, un incidente stradale gli causa delle gravi lesioni a un braccio e lo costringe ad appendere i guantoni al chiodo.

23. Matteo Sereni

Matteo Sereni

Matteo Sereni, due Coppe Italia in bacheca in una carriera che poteva essere anche più ricca di soddisfazioni. La sliding-door nell’estate 1999, ed è lo stesso Sereni a raccontarla in un’intervista di qualche settimana fa: “Dopo la A, ad Empoli mi venne prospettato un triplice trasferimento: Roma, Juventus e Inter. D’accordo con il mio agente, scegliemmo i nerazzurri, ma saltò tutto all’ultimo e persi quel treno. Perché? Lo decise Lippi: voleva Peruzzi e fece di tutto per farlo arrivare a Milano”. Sfumato il sogno, Sereni torna alla Sampdoria (dove è cresciuto), per continuare una carriera che si rivelerà discreta fra Ipswich Town – con cui parteciperà anche alla Coppa UEFA – e Torino. Ma che, appunto, poteva essere diversa.

22. Fabrizio Lorieri

Fabrizio Lorieri

Di Fabrizio potremmo dire tante cose. Che è cresciuto nell’Inter, all’ombra di Zenga. Che poi ha vestito le maglie di Torino, Ascoli, Roma e Lecce. Che infine ha chiuso la carriera con le esperienze a Salerno, Genova (sponda rossoblù) e La Spezia. Ma passerebbe tutto in secondo piano – dal punto di vista della nostalgia – rispetto al fatto che Lorieri è l’unico portiere nella storia del calcio italiano a essere immortalato “in solitaria” in una copertina dell’album Panini (stagione 1992-93). Non ci credete? Provate a cercare: vi verrà fuori l’immagine di un’uscita acrobatica, vero e proprio marchio di fabbrica di Lorieri.

21. Alberto Fontana

Alberto Fontana
©Davide Anastasi/Lapresse10-11-2007

Dici Alberto Jimmy Fontana e pensi principalmente agli inizi con la maglia del Cesena: nei quattro anni a difesa della squadra di casa, fu capace di “costringere” al ruolo di dodicesimo Sebastiano Rossi. Impossibile dimenticare la felice parentesi di Bari con Protti e Tovalieri in attacco, fino alla favola con il Chievo Verona, stagione 2005-06: i clivensi, che possono contare (tra gli altri) su alcuni simboli della nostalgia come Luciano, Semioli, Tiribocchi, Amauri, Obinna, Cossato e Pellissier, centrano un incredibile quinto posto tramutato poi in una storica qualificazione alla Champions League in seguito alle sentenze di Calciopoli. Ma di Fontana si ricordano anche i sei mesi al Napoli (con tanto di rigore parato a Zidane contro la Juve), gli anni all’Inter come vice Toldo e gli ultimi tre anni a Palermo, chiusi con il rapporto col presidente Zamparini ormai deteriorato.

20. Francesco Antonioli

Francesco Antonioli

Tra i pali dell’ultima Roma scudettata (2001) c’era lui, Francesco Antonioli. Portiere dallo stile sobrio ed essenziale, che nella sua carriera (giallorossa e non) ha alternato grandissimi interventi ad altri così così. Se vogliamo, il riassunto sta tutto nella canzone “Ancora e ancora” di Brusco, che descrivendo la Roma 2000/01 parla così dell’estremo difensore nativo di Monza: “Antonioli, spero che la palla vada fuori, ma va detto che anche lui ha fatto dei bei voli”. Lo stesso Antonioli, dopo aver perso e subito dopo riconquistato la titolarità nella stagione successiva al tricolore, ha spiegato in maniera singolare l’altalena di prestazioni: «Dipende dal fatto che quest’anno gli avversari tirano di più in porta. Non dico che vengo preso a pallonate, ma ho più possibilità per mettermi in mostra. La passata stagione, invece, ricevevo meno tiri, su alcuni dei quali ho commesso degli errori subendo gol clamorosi, da incorniciare. Diciamo anche che ora sono più fortunato, mi va tutto bene e questo mi rende sicuramente più tranquillo”. Roma a parte, Antonioli veste anche le maglie di Monza, Milan (con cui vince due scudetti e due Coppe dei Campioni, seppur non da titolare), Pisa, Reggiana, Bologna e Sampdoria, chiudendo a Cesena a 41 anni.

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