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Il Piacenza 1993-94: più di una semplice squadra di provincia

13 Giugno 2020

Francesco TURRINI

Credits: Mark Leech/Offside via Getty Images

Non è annoverabile tra i “Campioni del secolo”, ma quella faccia da bravo ragazzo non poteva non rimanere nella storia della nostra Serie A. Cagni lo butta in campo trentadue volte su trentaquattro e il suo dovere lo fa sempre egregiamente. Pazienza che poi a fine anno il Piacenza sia tornato in Serie B. Nelle ultime due giornate i biancorossi sono stati in grado di fermare sullo 0-0 Juventus e Parma. Turrini è protagonista di quel campionato. Con una doppietta firma il 5-4 del Piacenza sul Foggia e un suo gol permette di battere 2-1 l’Inter. Inter che a fine campionato si salva con un solo punto in più rispetto al Piacenza. Con cinque gol all’attivo, Francesco è il secondo miglior marcatore della squadra e la prima vittoria in Serie A arriva proprio grazie a un suo gol all’ottantottesimo di Piacenza-Lecce.

Antonio DE VITIS

Un’istituzione del calcio di provincia. Arriva a Piacenza per rilanciarsi dopo tanto peregrinare in Serie B e C. Con i biancorossi si toglie la soddisfazione di indossare anche la fascia di capitano. Guizzante, rapido, opportunista, De Vitis ha condiviso le sorti del Piacenza fino al 1995 prima di approdare al Verona, sponda Hellas. Da uomo-simbolo della squadra gioca sedici partite e segna un gol nella prima stagione in Serie A del Piacenza.

Marco FERRANTE

Ne ha girate di squadre prima tatuarsi il simbolo del Torino sul petto. Tra le tante maglie che ha vestito, nel suo percorso di avvicinamento al granata passa anche per Piacenza nella stagione in esame. Segna quattro gol che, però, non consentono agli emiliani di trovare la salvezza. Ferrante, così come Carannante, può vantare un palmares di tutto rispetto: col Napoli ha vinto uno Scudetto e una Coppa UEFA. Senza mai vedere il campo, è vero, ma questi sono solo dettagli.

Gianpiero PIOVANI

Piovani vuol dire Piacenza. Sul Po ha passato undici anni di una lunghissima carriera. Non che fosse nato molto distante, ad Orzinuovi, provincia di Brescia. Nella stagione del debutto in A impiega sette giornate prima di gonfiare la rete, al cinquattottesimo di un Piacenza-Cagliari di inizio ottobre. Nell’arco di tutta la stagione il suo nome compare sul tabellino dei marcatori per sei volte in campionato, miglior cannoniere del campionato biancorosso. Un suo gol affonda la Roma al Galleana, un’altra sua prodezza elimina il Milan dai quarti di Coppa Italia. La retrocessione è solo una congiura del karma.

Agostino IACOBELLI

Cresce calcisticamente nel Napoli, società che poi lo cede nel 1984 a Catanzaro. Con i calabresi si fa apprezzare per diverso tempo, fino a riconquistare la Serie A con la Cremonese. Nel 1992 transita da Siena, prima di accasarsi dall’altra parte del Po con i “cugini” piacentini. Rimane per tre stagioni con i colori biancorossi addosso e nel torneo di Serie A colleziona ventiquattro presenze mettendo a segno tre reti contro Reggiana, Atalanta e Roma.