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La leva calcistica del ’78

31 Marzo 2021

Ricardo CARVALHO

In Portogallo Ricardo Carvalho è una vera e propria istituzione, uno dei migliori difensori centrali sfornati dal paese lusitano. Senso della posizione, capacità di evitare i dribbling avversari e un grandissimo senso dell’anticipo sono le doti che hanno permesso al portoghese di militare nel Porto, Chelsea, Real Madrid e Monaco mettendo in bacheca la Champions League del 2004 e gli Europei del 2016 con la sua nazionale, a coronamento di una carriera incredibile, oltre a ben dieci campionati vinti in giro per il vecchio continente.

Didier DROGBA

A Londra, dalle parti di Stamford Bridge, il nome Drogba profuma di storia. Non solo per i 164 gol con i Blues, perché Didì ha dato ogni sua goccia di sudore per i londinesi, con cui ha conquistato ben quattro titoli nazionali, due coppe d’Inghilterra e soprattutto la Champions League. Qui la sua esperienza assume profili epici: l’ivoriano segna nei minuti finali il gol del pareggio che vale l’accesso ai tempi supplementari contro il Bayern Monaco all’Allianz Arena. Senza dimenticare il gol decisivo che consegna la coppa alla squadra londinese. Didier voleva che quella fosse la sua ultima immagine in maglia Chelsea, ma dopo un’esperienza in Cina e una in Turchia decide di concedersi, nel 2015, l’ultima stagione in maglia blu, con la quale conquisterà l’ultima Premier League. Al cuor non si comanda.

Rio FERDINAND

Quando nel 2002 Ferguson ha versato nelle casse del Leeds United ben trenta milioni di sterline per Rio Ferdinand molti sono gli addetti ai lavori che storcono il naso: per la maggior parte dei questi, infatti, il mastodontico difensore – centonovanta centimetri per quasi cento di peso – non vale né l’investimento, né una piazza così importante. Dopo dodici stagioni, sei Premier League, una Coppa d’Inghilterra, sei coppe di Lega, una Champions League e un Mondiale per club è facile dire chi avesse ragione. In fondo Sir Alex difficilmente sbaglia certe valutazioni.

Gennaro GATTUSO

Gattuso è il simbolo della classe operaia, un corpo brevilineo che aveva dentro la grinta di un leone. Per anni è stato il collante di campioni come Pirlo, Seedorf, Kakà e Rui Costa. Tanta corsa, pochi fronzoli e un compito dannatamente utile. La sua presenza in campo, forse, rappresentava il vero segreto delle grandi vittorie del Milan e soprattutto del trionfo azzurro del 2006, dove Ringhio – che saltò la prima gara per infortunio – non ha concesso respiro a nessun avversario. Uno dei più grandi mediani della nostra storia.

Eidur GUDJOHNSEN

L’Islanda è entrata di recente nella geografia calcistica. Prima dell’exploit del 2016, l’unico grande rappresentante del suo calcio è stato Eidur Gudjohnsen, calciatore di spicco dell’Isola del ghiaccio. Eidur, dopo essere stato notato dal PSV Eindhoven, passa al Chelsea dopo la parentesi al Bolton Wanderers. In coppia con Hasselbaink forma la coppia gol che getterà le basi dell’epopea Abramovich. Nel 2006 giunge la grande chiamata del Barcellona di Ronaldinho dove nel 2009, da comprimario, conquista la Champions League.

Gabriel Ivan HEINZE

Non inganni il nome: Heinze è stato uno dei più grandi difensori della storia argentina. Figlio di immigrati tedeschi e italiani, Gabriel approda subito in Europa, al Paris Saint Germain, prima di approdare al Manchester United e Real Madrid. El Gringo era in campo, da fuori quota, nella vittoriosa Olimpiade del 2004. Velocità, fisico e senso tattico, uniti ad una forza incredibile ed alla garra tipica degli argentini. Sebbene rimangano ben visibili in lui i solidi tratti europei.