Privacy Policy Le Tissier e la Compagnia dei Sottovalutati: la classifica dei giocatori più sottovalutati - Pagina 5 di 6

Le Tissier e la Compagnia dei Sottovalutati: la classifica dei giocatori più sottovalutati

14 Ottobre 2021

10. David GINOLA

C’è stato un momento di gloria mondiale per lui, quando è apparso sulla copertina di FIFA 97. Sembrava pronto ad essere celebrato e ricordato, eppure è sempre stato un passettino indietro ai grandi con cui si è trovato a giocare, quello che è accaduto per esempio al PSG con Weah o col Newcastle prima e col Tottenham poi con Les Ferdinand, stella di prima grandezza di quella Premier: con gli Spurs tuttavia David vive le sue stagioni più brillanti, consacrandosi nel 1999 come miglior giocatore del campionato. Quel passettino che ha impedito a Ginola di essere tra i migliori di sempre in Europa, dove oggi manca un talento fulgido come quello del ragazzo di Gassin.

9. Fernando MORIENTES

Bello a vedersi, affascinante nelle movenze, splendido interprete nel ruolo. La sua colpa? Essere poco mediatico, ma la sua affidabilità lo ha sempre reso punto di riferimento imprescindibile per buona parte dei suoi allenatori. Il Moro si consacra definitivamente a partire dalla seconda metà degli anni Novanta con la maglia del Real Madrid. Titolare prima, ottimo comprimario, Fernando è uomo gol e uomo squadra, centravanti completo e tuttavia “vecchie maniere”, capace di far reparto da solo e di dialogare con i compagni, gemello di Raul in tutto e per tutto. Eclissato man mano dall’avvento del Real dei Galacticos, Morientes trova il modo di vendicarsi del suo ex club, quando, con la maglia del Monaco, segna due reti decisive ai Blancos sia all’andata che al ritorno quarti della Champions League 2003-04. Lui con la maglia del Monaco.  

8. Enzo FRANCESCOLI

Idolo per numerosi calciatori sudamericani e per Zinedine Zidane, ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato per le sue fenomenali doti. Incredibilmente neanche mai sfiorato dalle grandi d’Europa – e dunque neanche da quelle del nostro campionato – Francescoli ha fatto furore al River, ha fatto scalpore quando si è trasferito al Racing Club di Parigi, ha vinto il campionato con il Marsiglia. Qui tutti si sarebbero aspettati il salto successivo, e invece, stupefacente come alcune sue giocate, Enzo sceglie il Cagliari e fa sognare un’intera isola. È il 1990 quando Francescoli arriva a Cagliari, è il 1992-93 l’anno d’oro dei sardi, i quali, con Mazzone in panchina e con il talento uruguagio a disegnare il gioco, arrivano al sesto posto in campionato qualificandosi per la Coppa UEFA. L’anno successivo va al Torino prima di tornare al River Plate, dove torna il bomber dei primi anni di carriera. Carriera che non si è mai incrociata con una cosiddetta grande (salvo il River) e con una sola Coppa Libertadores. Un gran peccato per uno dei più grandi giocatori sudamericani di sempre.

7. Robert PROSINEČKI

L’apice l’ha raggiunto con la Stella Rossa, stella tra le stelle di una compagine che ha fatto la storia del calcio europeo. Una fiamma improvvisa quella della squadra di Belgrado, spenta per le conseguenze della lacerazione della Jugoslavia ma nella memoria di tutti. Robert è stato centrocampista completo, fantasioso e spesso decisivo, incostante come ogni giocatore slavo che si rispetti. Miglior giovane del Mondiale del 1990 con la Jugoslavia, terzo posto a Francia ’98 con la Croazia, rimpianto del ct Blazevic che ha tardato ad inserirlo nella semifinale contro i transalpini. Tra i migliori della sua generazione, paga proprio la vastità dei talenti di quella irripetibile generazione e un carattere non propriamente docile.

6. Henrik LARSSON

Photo: Bob Thomas – Sports Photography – Getty Images

Forte, potente e tecnico, prolifico e infallibile di testa. Ha segnato un’epoca con la maglia della Svezia (memorabile il mondiale americano) e con quella del Celtic, dove resta al 1997 al 2004 mettendo insieme 315 presenze e 242 reti, raggiungendo anche una finale di Coppa UEFA del 2002-03 contro il Porto, dove lo svedese segna entrambe le reti della squadra scozzese. Più che dignitosa anche la sua esperienza con il Barcellona. Resta un grande centravanti, uno che ha fatto la storia di una nobile europea come il Celtic, calciatore moderno, affidabile e mai banale nelle giocate.