Privacy Policy Raffaele Di Fusco e tutti i secondi portieri che hanno segnato un'epoca - Pagina 2 di 5

Raffaele Di Fusco e tutti i secondi portieri che hanno segnato un’epoca

6 Ottobre 2021

Carlo CUDICINI

Credits: REUTERS/Kai Pfaffenbach

Da Castel di Sangro allo Stamford Bridge di Londra la strada è brevissima. Non ci credete? Chiedete lumi a Carlo, figlio d’arte di Fabio, una leggenda del Milan. Il celeberrimo Ragno Nero. Nelle sue vene scorre il sangue di chi ha saputo distinguersi come uno dei migliori nel suo ruolo, pur non riuscendo a vestire la maglia della Nazionale. Un incredibile paradosso figlio della ben nota abbondanza di numeri uno sparsi lungo tutta la penisola. Così come il padre, Carlo ha ripercorso le sue orme e, seppur il palmares non sia prestigioso come quello senior, anche la versione junior della famiglia si è tolta grandi, grandissime soddisfazioni. Soprattutto nel Chelseaquando Gianluca Vialli – sissignori, proprio lui – fece esplicitamente il suo nome a Ken Bates per trovare un profilo giovane ed affidabile da poter schierare insieme agli incerti de Goeij, Hitchcock e Kharin. Dopo due ottimi campionati in Abruzzo con la matricola che ha fatto scoprire il piccolo miracolo di Jaconi all’Italia intera, Carlo sbarca in Inghilterra senza avere – supponiamo – il minimo presagio di quel che accadrà. Infatti, i suoi colleghi in Blues fra i pali non sono così agguerriti e Cudicini riesce a conquistare la maglia da titolare per quattro anni – un anno avrà anche Ambrosio come secondo – prima dell’arrivo di Cech che lo riporta necessariamente a sedere in panchina. Nel 2009 approda al Tottenham per far rifiatare Heurelho Gomes, ma a White Hart Lane non si ripete l’avventura vissuta al Chelsea.

Raffaele DI FUSCO

Celeberrimo secondo del Napoli. In azzurro prima dal 1983 al 1985 e poi dal 1986 al 1990 e ancora dal 1993 al 1998 il nostro Raffaele mette insieme una manciata di presenze con la maglia del Napoli, ma è stato fidato scudiero della dinastia partenopea degli estremi difensori, che va da Castellini a Garella, da Giuliani a Galli passando per Pino Taglialatela. Di Fusco lega la sua intera carriera alla maglia azzurra, pur con la parentesi a Catanzaro nel 1985-86 e con quella al Torino dal 1990 al 1993: in questo caso si raggiungono picchi di nostalgia davvero importanti, perché Di Fusco è il portiere titolare della finale della Mitropa Cup, vinta dai granata contro il Pisa. Volete qualche nome di quella partita? Annoni, Junior, Martin Vazquez, Policano e Amarildo, con Mondonico in panchina. Dal lato del Pisa non possiamo non citare Chamot, Taccola, Cristallini e quello che diventerà poi una stella granata, dunque Marco Ferrante. All’attivo di Raffaele anche una presenza da “attaccante”: è l’11 giugno 1989, il Napoli sta perendo ad Ascoli e l’allenatore Bianchi non ha più giocatori. Careca ha bisogno di uscire, volete sapere chi entra al suo posto? Proprio Di Fusco!

Valerio FIORI

Romano de Roma, la gavetta tra Spes Montesacro e Lodigiani senza dimenticare le giovanili della Lazio e gli esordi nel calcio dei grandi con la maglia biancoceleste, porta che ha difeso fino 1993. L’esordio in serie A arriva nella stagione 1988-89 (è la Lazio di Pin, Di Canio e Sosa), l’arrivo in squadra di Troglio e Amarildo, la stagione 1990-91 con 34 presenze in campionato e l’avvento in biancoceleste di Riedle. L’ultima stagione a Roma è quella del 1992-93: il campionato successivo Valerio lo gioca a Cagliari ed è titolare anche nella storica semifinale di UEFA contro l’Inter (quei rossoblù squadra davvero memorabile, basta soltanto pensare a Dely Valdes, a Pusceddu, a Firicano, a Lulù Oliveira) restano in Sardegna fino al 1996. È poi la volta della B con il Cesena di Hubner e Agostini, per poi andare a Firenze – è la stagione di Malesani – per difendere le spalle a Toldo e il nuovo inizio di Piacenza, con lui, Vierchowod e Rizzitelli a far da chioccia per i più giovani nella squadra di Beppe Materazzi. Dopo Piacenza le nove stagioni al Milan: arriva nel 1999-00, chiude nel 2007-08: per Fiori soltanto una presenza in campionato e una in Coppa Italia ma una serie di vittorie a livello di club mai raggiunte nell’arco di un’intera carriera. Davanti a lui Rossi e Abbiati e poi soltanto Abbiati. Con lui una serie di giocatori eccezionali, che hanno fatto la fortuna di quel Milan e delle vittorie ottenute in quegli anni.