Privacy Policy Raffaele Di Fusco e tutti i secondi portieri che hanno segnato un'epoca - Pagina 5 di 5

Raffaele Di Fusco e tutti i secondi portieri che hanno segnato un’epoca

6 Ottobre 2021

Luca PASTINE

Sebbene abbia avuto prima Marchegiani e poi Giovanni Galli davanti a lui, Luca è riuscito a togliersi la grande soddisfazione di difendere, almeno per un anno, la porta del suo amato Torino. È capitato nella stagione 1994-95, certamente la migliore della sua carriera, durante la quale si è concesso anche il lusso di parare un rigore di Fabrizio Ravanelli durante il derby vinto dai Granata per 3-2. Non è bastato, però, per confermarlo fra i pali e dopo l’avventura non certo indimenticabile a Genova, con la maglia del Grifone, il ritorno a Torino è coinciso con uno dei periodi più travagliati della storia del sodalizio piemontese. Pastine, anche se in Serie B, non è più in grado di trovare la continuità che gli sarebbe necessaria per giocarsi le sue chance di titolarità e nel 2001, a trent’anni, lascia prima di iniziare un lungo girovagare in Serie C che lo porterà a vestire le maglie di Lodigiani, Olbia e Carrarese.

Davide PINATO

Una vita al servizio del titolare di turno. Eterno secondo di Ferron, Davide Pinato ha abbinato il suo nome indissolubilmente ai ricordi dei tifosi dell’Atalanta che, dopo oltre cinque anni alle spalle dell’estremo difensore di Bollate, ha saputo varcare la soglia della titolarità, costringendo in panchina Davide Micillo e contemporaneamente segnando il record d’imbattibilità con la maglia orobica – 757 minuti – che gli vale tuttora il primato. Era la stagione 1996-97 e mentre la porta veniva chiusa a doppia mandata dall’ex di Milan e Monza, in avanti un giovanissimo Filippo Inzaghi si laureava clamorosamente cannoniere principe della Serie A. Un’annata indimenticabile quella vissuta all’Atleti Azzurri d’Italia che lo ha ricompensato di anni ed anni di sacrifici in allenamento che, puntualmente, lo vedevano sedersi in panchina accanto all’allenatore di turno. Tuttavia, Davide può vantare anche diverse coppe, conquistate nel suo anno al Milan alle spalle di Giovanni Galli durante la stagione 1988-89: una Supercoppa italiana e una Coppa dei Campioni conquistata al Camp Nou contro la Steaua Bucarest. Dopo il suo exploit è tornato nelle retrovie, rimanendo a Bergamo sino al 2002, all’età di trentotto anni, prima di chiudere da terzo portiere nella Sampdoria.

Michelangelo RAMPULLA

In ventidue anni di carriera, Rampulla ha vestito “solo” cinque maglie. Segno di grande attaccamento ai colori e, soprattutto, di un nobile sentimento che scema sempre di più con il passare degli anni. Tuttavia, questa è la pagina ideale per celebrare il portiere Michelangelo, partito dalla Sicilia, precisamente da Patti in provincia di Messina per ritrovarsi immediatamente con il ruolo di titolare in Serie B con il Varese, esordendo – fra l’altro – contro il Milan. Al Franco Ossola è stato protagonista della promozione in Serie A sfumata clamorosamente nelle ultime giornate. Da lì, la chiamata a Cesena dove vive due stagioni da titolare inamovibile e lì la scalata alla Serie A conquistata con la Cremonese nel 1989. In grigiorosso, nell’infinito saliscendi dei lombardi fra la fine degli ’80 e l’inizio degli anni ’90, trova l’opportunità per far la storia, segnando la prima rete “in movimento” di un portiere nel campionato di Serie A: è la rete che vale il pareggio contro l’Atalanta. Dopo oltre 240 presenze, nel 1992 lascia Cremona per sposare la causa della Juventus. È stato il secondo di Peruzzi, van der Sar e Buffon, avendo vestito per dieci anni la casacca bianconera. Si è dimostrato affidabile sia nelle partite di campionato che di coppa, dimostrando come un grande portiere possa anche essere ricordato per le sue qualità umane, oltreché per quelle squisitamente tecniche.

di Yari Riccardi