Una vita a sinistra: trenta terzini che hanno fatto la Storia
10 Aprile 2021
Jörg HEINRICH

Kickers Emden e Friburgo le tappe del biondo tedesco prima di arrivare nel calcio dei grandi, quello del Borussia Dortmund, che lo ingaggia nel 1996. Ci mette poco a diventare titolare fisso dei gialloneri, è presenza fissa sulla fascia sinistra, segna spesso ed è in campo nella finale di Coppa dei Campioni del 1997 vinta contro la Juventus. Nel 1998 l’esperienza italiana nella Fiorentina di Trapattoni e di Batistuta, dove gioca sempre e lo fa sempre con ottimi risultati (c’è anche il suo tocco nello storico gol di Gabriel a Wembley contro l’Arsenal). Dopo i Viola il ritorno in patria, di nuovo a Dortmund, poi con il Colonia e l’Union Berlino. Con la Germania mette insieme trentasette presenze e due reti.
Bixente LIZARAZU

Al suo attivo un record estremamente significativo: è stato infatti il primo calciatore della storia ad essere stato nello stesso momento Campione d’Europa e del Mondo sia con il club che con la nazionale, il tutto dopo la vittoria in Coppa Intercontinentale con il Bayern Monaco. È certamente tra i migliori interpreti del ruolo Bixente Lizarazu, fin dagli esordi con il Bordeaux (è in campo quando i Girondins eliminano il Milan dalla Coppa UEFA 1995-96), confermandosi poi con l’Athletic Bilbao e soprattutto con il Bayern Monaco, dove resta per dieci stagioni (salvo una parentesi a Marsiglia) vincendo sei Meisterschale, cinque Coppe di Germania e quattro di Lega, la Coppa dei Campioni 2000-01 e il già menzionato Mondiale per Club. Incubo dei telecronisti, memorabili alcuni strafalcioni sul suo nome nei racconti di Francia ’98. Con i Bleus vince il Mondiale casalingo e l’Europeo del 2000, la Confederations Cup del 2001 e del 2003, oltre ad avere una presenza nella Euskal Selekzioa, nazionale di soli giocatori baschi.
Vincent CANDELA

È ormai a tutti gli effetti un core de Roma questo francese nato a Bédarieux, arrivato in Italia dal Guingamp per vestire nel 1997 la maglia giallorossa. Arriva con Zeman, con cui gioca come terzino (definire difensore un qualsiasi ruolo che ha a che fare col boemo è pura eresia) e si tramuta in esterno con Capello. Vince lo scudetto e la Supercoppa Italiana (suo uno dei gol del 3-0 alla Fiorentina). Nel 2005 l’esperienza al Bolton Wanderers e poi quella all’Udinese, dove gioca la Coppa dei Campioni, prima di passare da Siena e infine da Messina. Si ritira nel 2007, ci ripensa e torna a giocare in Prima Categoria con l’Albatros, prima di dire addio definitivamente nel 2009. È ormai del tutto romano e i giallorossi lo inseriscono nella loro Hall of Fame. Con la Nazionale colleziona quaranta presenze e due reti, rapporto frenato dalla presenza dell’inamovibile Lizarazu.
Celestine BABAYARO

Gli esordi con l’Anderlecht e la consacrazione con il Chelsea. Ha esordito in Coppa dei Campioni a sedici anni e 87 giorni: un record rimasto imbattuto per venticinque anni, prima dell’avvento di Youssoufa Moukoko, in Champions League a sedici anni e diciotto giorni. Ottima corsa, grande tecnica, classe 1978 per questo ragazzo campione olimpico con la Nigeria nel 1996. Dopo i Blues tre anni al Newcastle, è stato infine protagonista assoluto per dieci anni con la sua Nazionale.
Paolo MALDINI

Nasce terzino, ma è una definizione che riduce la portata del talento di questo giocatore. A sinistra o al centro, l’efficacia è la stessa per questo difensore universale e amato oltre i colori, basti ricordare il tributo dello stadio Franchi nella sua ultima gara da giocatore. Capitano rossonero dalla stagione 1997-98: il primo scudetto con la fascia al braccio arriva nel 1999 ed è quello con Zaccheroni in panchina. La svolta della sua carriera arriva con Ancelotti, che lo mette al centro della difesa al fianco di Nesta. Esperimento – chiamiamolo così – decisamente riuscito, con l’apice raggiunto nel 2003, quando il 28 maggio Paolo alza la Coppa dalle Grandi Orecchie a Manchester, a quarant’anni esatti di distanza dal giorno in cui papà Cesare vince la stessa Coppa come capitano del Milan.
Giovanni VAN BRONCKHORST

Un calciatore che ha visto la sua carriera funestata da numerosi infortuni, che non gli hanno comunque impedito di militare in squadre prestigiose e di vincere numerosi trofei. Comincia dalle giovanili del Feyenoord il buon Giovanni, dove attira le attenzioni delle grandi d’Europa; l’esperienza ai Rangers prima della grande occasione dell’Arsenal, la fase peggiore per i suoi infortuni. Il cambiamento direzione Camp Nou e Barcellona, prima del ritorno alla casa madre del Feyenoord, maglia con cui si ritira nel 2010. Tre Mondiali giocati con l’Olanda (da capitano quello sudafricano) e tre Europei.

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