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Ma quanta nostalgia c’è nella rosa del Bari 1996-97?

9 Aprile 2021

Gian Paolo MANIGHETTI

Terzino di buona spinta ma attento anche alla fase difensiva, Gian Paolo Manighetti era una pedina imprescindibile nello scacchiere di Fascetti al Bari. Il suo essere diligente tatticamente e votato alla corsa e al sacrificio gli valse l’apprezzamento di allenatori vulcanici come Titta Rota e Luigi Cagni, ma anche di geniali strateghi come il compianto Enrico Catuzzi, uno dei pionieri del 4-3-3. Chiuse la sua onorevole carriera con 138 presenze in serie A e 212 in quella cadetta, vestendo le maglie di Piacenza, Bari, Monza e Sampdoria.

Luigi GARZYA

Leccese di nascita, carattere focoso ed esperto professionista, Luigi Garzya è stato un ottimo difensore dal rendimento costante in qualsiasi squadra in cui abbia militato. A dispetto di una statura non eccelsa, Garzya possedeva un ottimo senso dell’anticipo e della posizione; carriera eccezionale, debutta neanche diciassettenne in serie A con la maglia del Lecce, per poi trasferirsi a Roma, sponda giallorossa, in cui resta titolare per ben tre stagioni. Nel 1994 passa alla Cremonese di Gigi Simoni dove si trattiene fino al 1996, anno del suo approdo a Bari; coi galletti si impone subito come titolare e durante la sua militanza in biancorosso si fa valere come uno degli uomini più solidi e importanti. Purtroppo, nella stagione 1999-2000, le frizioni con l’allenatore Fascetti e col presidente Matarrese diventano sempre più aspre e inconciliabili e decretano la fine del rapporto tra Garzya e la società pugliese. Chiude col calcio giocato contando la bellezza di 303 presenze in serie A.

Paolo ANNONI

Da non confondersi col più celebre Enrico “Tarzan” Annoni, Paolo da Carate Brianza fa parte dell’organico barese dal 1994 al 1997, periodo culminato con la promozione in A, a seguito della quale, il difensore si sposta a Lecce e poi a Monza, senza però trovare la sua dimensione. Si mette in mostra tuttavia come un eccellente cultore di talenti: allena le giovanili del Parma e della Sampdoria con lusinghieri risultati, fin quando non riceve la chiamata da parte dell’Inter che gli affida la squadra giovanissimi, con cui Annoni vince lo scudetto al primo anno di militanza.

Marco ZANCHI

Calciatore tormentato da tanti e diversi infortuni che ne hanno certamente limitato la carriera, Marco Zanchi nasce in provincia di Bergamo nel 1977 e fin da ragazzo sembra destinato ad un futuro radioso: fa parte infatti delle selezioni della nazionale italiana Under-15, Under-18 e Under-21, con cui vince il prestigioso campionato europeo nel 2000 in Slovacchia. Malgrado una carriera di tutto rispetto, Zanchi non esploderà mai del tutto, lasciando il sentore di un giocatore che avrebbe certamente potuto dare di più ai club in cui ha giocato e alla nazionale italiana. Si ritira comunque con un ruolino di tutto rispetto: 212 presenze in serie A, 126 in B, 7 in coppa Uefa e 2 in Champions League, 6 reti segnate in A ed una in B.

Roberto RIPA

Difensore col vizietto del gol, si fa notare con la maglia della Fidelis Andria, salvo poi passare all’Udinese, dove disputa ancora un’ottima stagione. Nel 1995-’96 passa al Bari, fortemente voluto da Beppe Materazzi, allenatore dei galletti che però viene sollevato dall’incarico poche giornate dopo; con l’arrivo di Fascetti, Ripa vede più spesso la panchina, ma si fa trovare pronto ogniqualvolta il mister viareggino lo chiama in causa. Perugia, Ternana e Fiorentina le sue ultime squadre, prima di cominciare una seconda vita professionale come team manager della compagine viola.

Centrocampisti

Diego DE ASCENTIS

Centrocampista, facilmente riconoscibile per la sua capigliatura bionda, Diego De Ascentis fa il suo esordio nel calcio professionistico appena diciottenne, con la maglia azzurra della squadra della sua città natale, il Como. Attira l’interesse di diverse società, tra cui il Bari, squadra nella quale il giovane De Ascentis completerà la sua maturazione, disputando un triennio ad elevati livelli e meritando la chiamata del Milan. Chiuso da autentici fuoriclasse, in rossonero gioca con poca frequenza, ragion per cui, dopo una sola stagione decide di accettare la corte del Torino; nella città della Mole trascorrerà cinque anni proficui, divenendo pure capitano dei granata. Una stagione a Livorno e un’altra di ritorno a Torino, prima di vestire la maglia nerazzurra dell’Atalanta dove passerà tre anni prima di chiudere la carriera nel 2010.