Privacy Policy Ma quanta nostalgia c'è nella rosa del Bari 1996-97?

Ma quanta nostalgia c’è nella rosa del Bari 1996-97?

9 Aprile 2021

Mancano undici partite: non ne perderemo più neanche una, ne vinceremo almeno dieci e andremo in serie A. Ci rivediamo a fine campionato”.

Ipse dixit Eugenio Fascetti allenatore del Bari, che quel Bari lo conosceva bene.

Pronunciò queste parole in mezzo al bailamme seguito all’ennesima sconfitta della stagione, coi tifosi a contestarlo e la stampa a non fargli mancare provocazioni e mezze offese

Lo presero per pazzo, qualcuno si mise a ridere, lui stesso, forse, non ci credeva del tutto, ma l’orgoglio, la grande esperienza e la fiducia nel lavoro e nei suoi giocatori lo portarono a pronunciare quelle parole ardite, impetuose, illogiche.

E mantenne la promessa, da buon toscano impulsivo, a tratti burbero, ma intelligente, pertinace e risoluto; lui, il suo Bari, i suoi ragazzi si presero una dolcissima rivincita, dopo la dolorosa retrocessione dell’anno precedente e dopo due terzi di campionato cadetto in cui le consistenti speranze d’inizio stagione di risalire subito nel paradiso della A sembravano ormai del tutto svanite.

Invece no, nel momento più buio, toccato il fondo del pozzo, tutto l’ambiente si raccolse, si compattò, si esaltò, dando vita ad un bimestre supersonico fatto di nove vittorie e due pareggi.

L’ultima partita di campionato, vinta 3-1 contro un Castel di Sangro ormai salvo, fu il coronamento di una cavalcata senza precedenti, la catarsi di un periodo lungo e arido di soddisfazioni che una piazza gloriosa come Bari non poteva e non voleva vivere ancora.

Vediamo, oltre al mister viareggino, chi furono gli autori di quel miracolo calcistico che tuttora popola i ricordi e illumina gli occhi dei tifosi biancorossi:

Portieri:

Alberto FONTANA

Portiere di sicuro affidamento, Alberto “Jimmy” Fontana ha avuto una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. Due promozioni in A col Bari, una con l’Atalanta nel 2000, una qualificazione in UEFA col sorprendente Chievo, due presenze in Champions con l’Inter. Chiuso in nerazzurro da Francesco Toldo, nelle volte in cui lo sostituì in campionato, dieci per l’esattezza, l’Inter non uscì mai sconfitta. Ha parato rigori a campioni del calibro di Kakà, Zidane, Del Piero e Chiesa. Lasciò il calcio nel 2009, dopo la tumultuosa esperienza in rosanero; nonostante le offerte di proseguire la carriera non mancassero, il richiamo della sua Cervia e del mare romagnolo lo riportarono a casa.

Giuseppe ALBERGA

Giuseppe Alberga ha collaborato con portieri come il mitico Poerio Mascella, Imparato, Gillet, Battistini e specialmente con Enzo Biato, a cui è legato da una profonda amicizia. Al Bari è rimasto per quindici anni filati, dall’82 al ’97, prima di andare a concludere la carriera nel Taranto e nel Messina, unica fuga dalla sua amata Puglia. La stagione 1990-’91 è per lui la più densa di soddisfazioni, spesso titolare dall’ottimo e costante rendimento. Conta 40 presenze con la maglia biancorossa dal 1990 al 1997.

Giovanni INDIVERI

Nasce a Monopoli il 29 settembre del 1974 e a vent’anni viene ingaggiato dal Bari. Dopo un paio di anni in prestito ad Olbia e Benevento torna nel capoluogo pugliese dove, chiuso da Fontana e Alberga, dovrà aspettare il 1998 prima di vedere il campo, ancorché in serie A, in cui sarà titolare per cinque volte contro squadre importanti come Inter, Milan e Roma. Dopo i trent’anni vivrà una seconda giovinezza che lo porterà ad essere titolare in B e C difendendo la porta di Pisa, Cesena, Pescara e altre compagini minori.

Difensori

Amedeo MANGONE

La sua stagione al Bari termina dopo soli due mesi dall’inizio del campionato; viene infatti mandato a Bologna, scambiato col centrocampista Davide Olivares. L’operazione non trova il favore della tifoseria, poiché Mangone rappresenta una vera e propria colonna difensiva nell’organico di Fascetti; forte di testa e solido in marcatura, nella prima parte di stagione contribuisce a mantenere la porta del Bari una tra le meno battute. Nel Bologna di Renzo Ulivieri si trasforma da marcatore a uomo a difensore a zona, dimostrando così una versatilità e un’intelligenza tattica solitamente non comune tra i difensori. Passa, dopo tre stagioni in rossoblù, alla Roma, con cui si toglierà l’immensa soddisfazione di vincere uno scudetto nel 2001.

Marcello MONTANARI

1994–95 Associazione Sportiva Bari – Marcello Montanari

Nato nella splendida cornice dell’isola d’Elba, Marcello Montanari ha avuto una carriera che potrebbe definirsi atipica, se non strana. Arriva sul palcoscenico del calcio d’autore dopo un proficuo biennio con la Lucchese, fortemente voluto dal tecnico Corrado Orrico che per lui stravede; Orrico infatti è il nuovo allenatore dell’Inter e desidera portare con sé il suo difensore centrale preferito, certo che sarà all’altezza di una squadra così importante. In realtà, malgrado la stampa e i tifosi giudichino positivamente le prestazioni dello stopper elbano, Orrico, causa un inizio di campionato stentato e al di sotto delle aspettative, decide di cambiare qualcosa nel modulo e sarà proprio Montanari ad essere sacrificato in panchina, dopo sole 12 presenze in serie A con la maglia nerazzurra. Si rifarà negli anni successivi con la maglia del Bari, titolare inamovibile e protagonista della promozione del 1996-’97, ultimo anno della sua militanza con i pugliesi, in virtù di una seconda parte di stagione in cui si ergerà a muro insormontabile.

Luigi SALA

Approda al Bari dopo tre stagioni ad alto rendimento nel Como, squadra in cui fa il suo esordio appena diciottenne; un grande prospetto difensivo che si confermerà tale nel corso degli anni. In effetti, dopo un triennio più che positivo con la maglia dei galletti, viene ingaggiato dal Milan, squadra in cui giocherà con una certa continuità ma con alterne fortune. Si toglie comunque la grande soddisfazione di vincere uno scudetto nel 1999 e di giocare la Champions League, sebbene le sue cinque presenze nella competizione non corrispondano alle sue migliori prestazioni in maglia rossonera. Nel 2001 lascia il Milan per vestire le casacche dell’Atalanta, del Chievo e della Sampdoria, con cui giocherà anche in Coppa Uefa.

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