Privacy Policy Pallone d'Oro 1998: il mondo ai piedi di Zinedine Zidane

Nella classifica del Pallone d’Oro 1998 non erano presenti giocatori, ma veri e propri alieni

23 Giugno 2020

20. Michael LAUDRUP (Ajax)

Gli anni d’oro con i colori di Juventus, Barcellona e Real Madrid sono già alle spalle. La carriera del fantasista danese è agli sgoccioli ma, dopo una breve parentesi giapponese con il Vissel Kobe, regala l’ultima stagione da protagonista all’Ajax. Prendendo le redini dei Lancieri per guidarli alla conquista del ventisettesimo titolo.

19. Didier DESCHAMPS (Juventus)

Da anni è una pedina imprescindibile dello scacchiere bianconero. Su di lui pesa la responsabilità della mediana juventina che, a testa alta, conduce alla conquista del titolo numero venticinque. Leadership e carisma. Autorevolezza e intelligenza tattica. Praticamente un polmone instancabile al servizio dei Bleus, con cui nel 1998, da capitano, alza la Coppa del Mondo davanti ai suoi connazionali.

18. Oliver BIERHOFF (Udinese e Milan)

Credits: Claudio Villa /Allsport

Dalla provincia alla grande metropoli. Sempre con Zac, il proprio mentore, al fianco. Il 1998 di Bierhoff è di quelli da stropicciarsi gli occhi. Capocannoniere con i friulani e trascinatore, l’anno successivo, durante la scalata al diciassettesimo scudetto del Milan. In mezzo il mondiale francese dove, con un colpo di testa dietro l’altro, guidò la Mannschaft fino all’uscita ai quarti di finale per mano della Croazia.

17. Predrag MIJATOVIC (Real Madrid)

L’anno precedente è stata la punta di diamante del Real Madrid. Scrive il suo nome sul secondo gradino del podio per il Pallone d’Oro e si aggiudica Liga e Supercoppa di Spagna. Ma a volte basta solo un gol, quello giusto, per entrare nella storia. E la stagione che spalanca le porte al mondiale francese si prende le vestigia dell’opportunista. Segnando con furbizia il gol che riporta la Champions League al Santiago Bernabeu dopo trentadue anni. 

16. Alessandro DEL PIERO (Juventus)

Pinturicchio e il Pallone d’oro. Un amore fatto di sguardi rubati, forse di promesse velate che parlano di un merito conquistato sul campo e mai riconosciuto. Come quando si ammicca alla bella ragazza, nella speranza di un incontro che invece non ci sarà. I gol alla Del Piero, lo scudetto, i colpi di genio e la doppia sconfitta in finale di Champions League. Noi lo sappiamo. In quegli anni, Alex, faceva la differenza.