Privacy Policy Pallone d'Oro 1998: il mondo ai piedi di Zinedine Zidane

Nella classifica del Pallone d’Oro 1998 non erano presenti giocatori, ma veri e propri alieni

23 Giugno 2020

10. Marcel DESAILLY (Milan e Chelsea)

Quando il Milan lo strappò all’Olympique Marsiglia nell’autunno del 1993 non pensava di aver fra le mani un giocatore così completo, in grado di interpretare al meglio una varietà eterogenea di ruoli con simile qualità. Negli anni Marcel è diventato una colonna del Milan di Capello con cui ha alzato al cielo anche una Champions League. Ma quando si appresta a disputare il Mondiale di casa, per il nativo di Accra si sta per aprire un nuovo capitolo. Mentre alza la Coppa del Mondo, Marcel ha con sé una valigia di ricordi tinta di rossonero che sta per sostituire con quella a tinte blu del Chelsea, dove lo aspettano anni meno “soddisfacenti” dal punto di vista dei successi, ma non meno privi di significato.

9. Edgar DAVIDS (Juventus)

È impossibile pensare che il Davids che aveva vestito il bianconero della Juventus fosse lo stesso approdato al Milan soltanto qualche mese prima. Il Pitbull sperduto e “alla camomilla” di San Siro si era all’improvviso trasformato in un calciatore capace di tenere quasi solo sulle sue spalle il peso del centrocampo dei Campioni d’Italia. D’altronde, anche durante la sua esperienza con la maglia dell’Ajax aveva dimostrato medesimi valori. Ed il 1998 di Edgar è l’anno della rinascita e della consacrazione. Non fosse solo per la semifinale contro il Brasile che rappresenta l’unica macchia di un’annata fra le più brillanti della sua carriera.

8. Dennis BERGKAMP (Arsenal)

Dopo Cruijff e van Basten, il popolo arancione aveva finalmente trovato un altro uomo in grado di offuscare – limitatamente al Mondiale del 1998 – il loro ricordo. L’urlo del telecronista della TV olandese che accompagna il suo numero durante il quarto di finale del Velodrome contro l’Argentina fa ancora tremare le fondamenta dell’impianto di Marsiglia. In Italia si fa gran fatica al sol pensiero che quel ragazzo biondo fu sbolognato senza complimenti dal presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini, all’Arsenal. Lì dove stava diventando sempre più un giocatore-simbolo. La delusione per la mancata finale viene mitigata dai successi conquistati proprio ad Highbury.

7. Lilian THURAM (Parma)

La Francia non avrebbe potuto alzare la Coppa del Mondo in quella calda notte di luglio allo Stade de France di Saint-Denis se Lilian non avesse realizzato un’incredibile doppietta durante la semifinale contro la Croazia. Il difensore del Parma, infatti, ha scelto la notte perfetta per mettere a segno le sue uniche due reti nelle 142 presenze complessive con i Bleus proprio in occasione della partita che ha schiuso le porte della finalissima ai Galletti. L’ex Monaco è uno dei pilastri dei transalpini e del Parma che sta conquistandosi sempre maggiori attenzioni nelle dinamiche del campionato italiano. E da qualche anno può dirsi, senza timore di essere smentito, di comporre la diga difensiva più forte del pianeta insieme a Fabio Cannavaro, proprio lì sulla via Emilia.

6. Gabriel Omar BATISTUTA (Fiorentina)

Credits: Allsport UK /Allsport

La mitragliatrice di Reconquista non fa sconti. Nessuna pietà. E spara davvero. Il suo destro non carica pallettoni a salve, ma veri e propri proiettili imparabili. Una potenza straripante che si somma ad uno straordinario senso della posizione, incorniciando il prototipo perfetto del bomber moderno. Con la Fiorentina ci ha regalato pagine indelebili. In carriera ha raccolto meno di quanto seminato. Ma le stigmate del campione non hanno bisogno di trofei per essere riconosciute.