Quali sono i club che portarono più giocatori al Torneo di Francia 1997?
8 Giugno 2020
Facciamo un gioco: se vi diciamo Torneo di Francia 1997 cosa vi viene subito in mente? E perché proprio la bordata anti-fisica e senza senso di Roberto Larcos, pardon, Carlos? Se vi siete figurati quella traiettoria inspiegabile e incomprensibile che lambisce il palo alla sinistra di Barthez, allora siete sulla pagina giusta.
In un giugno particolare, in cui il calcio manca ormai da mesi, non possiamo fare altro che sfogliare le infinite pagine della Bibbia calcistica, dove oggi abbiamo avuto la brillane idea di mettere il segnalibro su un torneo sui generis. Andiamo oltre i soliti Mondiali o Europei, fin troppo chiacchierati. Perché non ricordare quel meraviglioso quadrangolare amichevole di inizio giugno 1997? La prima domanda che vi sarete posti, giustamente, è per quale ragione organizzare un mini-torneo a pochi giorni dal termine dei campionati e con una Confederations Cup programmata per la fine del mese. La risposta addotta dalla federazione francese fu l’urgente bisogno di fare le prove generali e testare l’efficienza degli impianti di Parigi, Lione, Nantes e Montpellier in vista del Mondiale che avrebbero ospitato l’anno seguente. Hai capito i cugini francesi, astuti.
Piuttosto furbi a organizzare un antipasto della rassegna per dimostrare all’opinione pubblica internazionale che sarebbero stati gli anfitrioni del più spettacolare e meglio pianificato Mondiale degli ultimi tempi. Sagaci anche nello scegliere gli invitati, ossia i finalisti dell’edizione precedente, Brasile e Italia, e gli storici nemici inglesi. In fondo anche loro hanno un titolo mondiale in bacheca e si potrebbe far passare il quadrangolare come un all-stars game tra ex Campioni del Mondo e futuro paese ospitante. Potrebbe essere pure ben augurante, che fa pure rima.
Dobbiamo ammettere che aprire le danze un anno in anticipo e fare un piccolo aperitivo in vista di una competizione che avrebbe avuto come ambasciatori le fulgide stelle di Ronaldo, Zidane, Rivaldo, Baggio, Bierhoff, Shearer e Batistuta è veramente una trovata geniale per canalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e concentrare i riflettori sulla minuziosità della propria gestione.
Ma oggi ci siamo andati a vedere da quali squadre, e quindi quali campionati, provenissero i giocatori convocati dalle rispettive nazionali.
Buona lettura!
ASTON VILLA – 1 giocatore
Gareth SOUTHGATE
Nonostante non giochi in uno dei club più accreditati alla vittoria finale della Premier League, Gareth Southgate è una delle presenze fisse quando l’Inghilterra deve scendere in campo. I Villans si sono ormai lasciati alle spalle il periodo più fruttifero della loro storia, ciononostante la squadra Birmingham riesce nell’impresa di aggiudicarsi la Coppa di Lega del 1995-96. Con la Nazionale inglese gioca tutti e tre i match del Tournoi de France, non perdendosi neanche un minuto al fianco di Stuart Pearce.
ATALANTA – 1 giocatore
Filippo INZAGHI
È l’assoluta rivelazione del campionato appena concluso. Grazie alle sue ventiquattro reti in campionati, Filippo Inzaghi si è aggiudicato il titolo di capocannoniere della Serie A e, per lui, si stanno per spalancare le porte della Juventus. Esordisce con la maglia degli Azzurri proprio durante il Torneo di Francia, subentrando al 59’ minuto a Christian Vieri nel pirotecnico 3-3 contro il Brasile. Ha soltanto ventitré anni, ma sono già ben chiari i segnali del rapinatore d’area che, in futuro, farà le fortune di Juventus e Milan.
ATHLETIC BILBAO – 1 giocatore
Bixente LIZARAZU
No, non è un errore. Nel 1996-97 i baschi annoverarono davvero fra le loro fila anche un giocatore della Nazionale francese. Nasce a Saint-Jean de Luz, comune in territorio transalpino, ma appartenente a una delle sette province di Euskal Herria. Ed è quindi perfettamente “in regola” con le ferree regole dei Lehoiak. Tuttavia, la stagione di Bixente non è spumeggiante come i dirigenti iberici avevano immaginato, soprattutto dopo l’incredibile cavalcata del Bordeaux in Coppa UEFA in cui Lizarazu si era particolarmente distinto. Ciononostante, il commissario tecnico dei francesi non può fare proprio a meno del terzino di fascia sinistra, ormai presenza fissa nei Bleus dal 1992. Vivrà subito dopo la manifestazione la parte più soddisfacente della sua lunga carriera, vincendo con la sua Nazionale il titolo del Mondo e d’Europa, oltre a una marea di Meisterschale con il Bayern Monaco.
AUXERRE – 1 giocatore
Lionel CHARBONNIER
All’annuncio delle formazioni di Italia-Francia siamo più che certi che in molti applaudirono la scelta del commissario tecnico, Aimé Jacquet, di schierare Lionel Charbonnier come portiere titolare. Eh sì, perché il portiere-simbolo dell’Auxerre aveva già accumulato numerosissime convocazioni in Nazionale, ma senza mai scendere in campo. Contro gli Azzurri Charbonnier fa la sua prima ed unica comparsa con i gradi da titolare, mentre ad Auxerre nessuno osa scalzarlo. Rimarrà in Francia fino al 1998, per poi tentare l’avventura con i Rangers Glasgow, ma i numerosi infortuni e la titolarità di Stefan Klos non gli daranno più modo di continuare a giocare a calcio.
BOLOGNA – 1 giocatore
Stefano TORRISI
Ha già assaggiato i campi della Serie A con le maglie di Reggiana e Torino, ma la sorprendente annata di Stefano Torrisi con la casacca del Bologna impressiona gli addetti ai lavori, ivi compreso il commissario tecnico dell’Italia, Cesare Maldini, che vuole sperimentarlo come possibile sostituto dei difensori centrali titolari. Sostituisce Alessandro Costacurta al ritorno dagli spogliatoi di Italia-Francia, match che chiude il torneo degli Azzurri. Così come l’esperienza di Torrisi in Nazionale, visto che quelli saranno gli unici minuti accumulati con l’Italia.
BORDEAUX – 1 giocatore
Ibrahim BA
Impossibile non notarlo in campo. Oltreché per la sua capigliatura ossigenata, anche per il passo da felino che gli ha permesso di distinguersi nel panorama dell’intero movimento calcistico transalpino. Nella stagione che lo porta verso il Tournoi de France, Ibrahim ha disputato un campionato sensazionale con il Bordeaux – con cui mette a segno sei reti in trentacinque partite – dopo aver mosso i primi passi fra i grandi con il Le Havre. Il franco-senegalese, subito dopo la kermesse, lascerà la Francia per tentare l’avventura italiana con il Milan. Ma le cose, nonostante uno Scudetto ed una Champions League essenzialmente vinta da comprimario, non andranno come in molti avrebbero desiderato.
BOTAFOGO – 1 giocatore
Marcelo GONÇALVES Costa Lopes
Il commissario tecnico della Seleção si affida al trentunenne del Botafogo che, dopo cinque anni vissuti in Messico con il Tecos UAG, trova una seconda giovinezza al Fogão quando completa il suo processo di maturazione. Gonçalves per la prima volta la maglia verdeoro all’età di trent’anni, rimanendo nel novero dei convocati per circa due anni, durante i quali riesce a vincere la Copa America da titolarissimo e la Confederations Cup. Disputa, invece, soltanto due minuti contro la Francia durante il Torneo.
CORINTHIANS – 1 giocatore
CELIO SILVA Vagno do Nascimento
Il difensore centrale del Timão ha ventinove anni e dopo una lunghissima gavetta che lo vede gravitare nel gruppo della Seleção sin dal 1992, Zagallo lo premia con la titolarità indiscussa accanto ad Aldair. Saranno, però, proprio le tre partite del torneo a chiudere la sua esperienza con i verdeoro.
ESPANYOL – 1 giocatore
Nicolas OUÉDEC
Dopo aver portato il Nantes sino alla vittoria del campionato del 1994-95 grazie alle sue venti reti, l’attaccante di Lorient viene contattato dall’Espanyol che lo mette sotto contratto nell’estate del 1996. In Catalogna, Nicolas va in rete con relativa regolarità – otto marcature nella prima stagione e nove nella seconda – senza però ritrovare la medesima concretezza dei suoi trascorsi in Francia. Aimé Jacquet lo porta comunque con sé, consegnandogli la maglia da titolare nel match contro l’Inghilterra che costituirà l’ultima apparizione con la casacca dei Bleus.
FLAMENGO – 1 giocatore
ROMARIO de Souza Faria
Sì, è vero Romario nel 1997 era da considerare ancora nel pieno della sua carriera considerando i “soli” trentuno anni, per un giocatore che in quel momento aveva già vissuto stagioni meravigliose. Si presentò a quel torneo di Francia con dopo aver realizzato ben ventuno gol in ventidue partite con la maglia del Flamengo.
GRÊMIO – 1 giocatore
PAULO NUNES Arilson
El Diablo Loiro – il Diavolo Biondo – è cresciuto nel vivaio del Flamengo insieme a giocatori del calibro di Djalminha e Junior Baiano, ma la sua dimensione la trova nel Grêmio, con cui si aggiudica la Copa Libertadores ed il campionato brasiliano. Le sue uniche due presenze con la Seleção si concentrano nel giugno del 1997 e durante il Tournoi de France esordisce con la maglia verdeoro in occasione della sfida contro la Francia. Dopo il torneo lo acquista il Benfica, ma un grave infortunio lo tiene fuori per gran parte del torneo e l’attaccante è costretto a tornare in madrepatria, dove rimarrà in attività fino all’età di trentadue anni.
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