Privacy Policy Tra fantacalcio e sogni: la rosa nerazzurra più forte degli ultimi 50 anni

Tra fantacalcio e sogni: la rosa nerazzurra più forte degli ultimi 50 anni

9 Marzo 2020

Giacinto FACCHETTI

Giacinto Facchetti

Se pensi all’Inter pensi a Facchetti, se pensi a Facchetti pensi all’Inter. È facile raccontare la carriera di chi ha legato l’intera vita ai colori nerazzurri, da calciatore prima e da presidente poi. C’è solo l’Inter nella storia di Giacinto, legato a quei colori dal 1960 al 1978, terzino sinistro nella concezione moderna del termine, ottime doti offensive e abilità sull’intera fascia, 59 gol da difensore in carriera, tutti su azione: sarebbe causa di amicizie finite nelle aste del Fantacalcio di oggi e di ieri. Il buon Cipe – o Giacinto Magno, per dirla con il maestro Brera – ha vinto con l’Inter quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Una espulsione nell’intera carriera, conferma dello stile e della correttezza che lo hanno sempre contraddistinto nelle sue scorribande sulla sinistra.

Tarcisio BURGNICH

Tarchisio Burgnich

Udinese, Juventus, Palermo e infine Inter, dal 1962 al 1974. Per poi concludere la carriera al Napoli nel 1977. La Roccia, come lo aveva soprannominato Armando Picchi, compagno nerazzurro, è stato difensore polivalente, in grado di giocare come terzino destro, come stopper e come libero. Compagno e amico di Facchetti, insieme hanno fatto le fortune di Inter e della nazionale: anni di trionfi, gli anni della Beneamata di Herrera, quella che faceva tremare il mondo. Alla maglia azzurra resta legato forse il ricordo più dolce degli appassionati legato a Burgnich, autore del momentaneo 2-2 nella semifinale dei mondiali di Messico 70 “Italia-Germania 4-3” (impossibile non nominarla in questo modo). La Partita del Secolo: nelle pagelle di Brera Tarcisio prese 9+. Poi arrivò Pelé in finale, ma questa è già un’altra storia.

Giuseppe BERGOMI

Giuseppe Bergomi

Raccontare cosa abbia rappresentato e cosa ancora rappresenti lo Zio per i colori nerazzurri in poche righe è decisamente complesso. Solo l’Inter nella carriera di Bergomi, in prima squadra dal 1979 e ininterrottamente fino al 1999. Capitano dal 1992 al 1999, Beppe è stato scartato per due volte dalle giovanili del Milan per entrare poi tra i ragazzi dell’Inter. Simbolo dell’Inter di Trapattoni, Beppe era uno che in difesa sapeva fare davvero tutto, dalle fasce al centro, per lui nessuna differenza. A una grande carriera con l’Inter ha aggiunto anche una grande storia in azzurro: convocato all’ultimo per Spagna 1982, l’infortunio di Giancarlo Antognoni ha aperto per Beppe le porte della finale. Aveva diciotto anni, ed era già lo Zio. E marcò con successo non proprio l’ultimo arrivato, ma Karl-Heinz Rummenigge.

Javier ZANETTI

Javier Zanetti
Credits: Claudio Villa/Getty Images

Se è stato difficile racchiudere la carriera di Bergomi, per Zanetti sarà ancora più complesso. Ma ci proviamo! Diciannove anni di Inter, arrivato nel 1995-96 dal Banfield, Pupi si è preso la Beneamata con la corsa e con il talento, con la correttezza e con la lealtà che lo ha sempre contraddistinto. Dire Leggenda è anche riduttivo: è il calciatore straniero con più presenze in serie A, quello con più presenze nella storia dell’Inter e di questa è anche il giocatore più vincente con i suoi sedici trofei. Gol non molti, ma mai banali. Tra i più belli quello della finale UEFA tutta italiana tra Inter e Lazio: punizione di Ronaldo, sponda di Zamorano, bomba di Javier sotto l’incrocio. Tanta, tantissima roba. Da ricordare anche il suo gol al Tottenham nella Champions League: era il 20 ottobre 2010 e Zanetti diventava il più anziano marcatore della storia della coppa, superato poi in seguito da Inzaghi e da Totti.

Walter SAMUEL

Walter Samuel

Tra i migliori difensori di sempre del campionato italiano, torna in Italia dopo l’esperienza al Real Madrid e dopo gli anni d’oro a Roma, sponda giallorossa. Walter Adrian Samuel. In nerazzurro dal 2005, ritrova gli antichi smalti con Mancini e vince tutto, trova la sua prima Champions League da pilastro dell’Inter di Mourinho. È stato stopper roccioso, non a caso soprannominato The Wall non a caso, sempre calmo, mai su di giri, sempre pronto all’intervento, all’anticipo, all’entrata, sempre dura ma mai scorretta. Tanti duelli giocati, tutti contro i migliori giocatori del mondo, e tutti vinti. Chiedere per conferma ai vari attaccanti affrontati nella Coppa dei Campioni 2009-10.