I futuri campioni d’Italia, chi ha esordito in Serie A minorenne?
22 Marzo 2020
Domenico MORFEO
L’abruzzese entra nel settore giovanile dell’Atalanta già in tenera età. Con gli orobici si affaccia al calcio dei grandi a 17 anni, 11 mesi e 3 giorni. Mimmo, come affettuosamente era chiamato dai suoi tifosi, al netto del talento calcistico, forse avrebbe raccogliere molto di più. Una delle sue migliori stagioni di Morfeo fu quella del 1996-97 quando a Bergamo faceva coppia con Filippo Inzaghi. Anche grazie ai suoi assist, Super Pippo si laureò capocannoniere. I suoi passaggi con le maglie di Fiorentina, Verona, Cagliari, Milan e Inter lo porteranno fino a Parma, dove ritroverà parzialmente quella continuità che gli è mancata durante la sua carriera. Vinse il campionato europeo del 1996 con gli Azzurrini.
Massimo MAURO
Centrocampista catanzarese di nascita, fa l’esordio con la squadra della sua città, lanciato nella mischia dal tecnico Tarcisio Burgnich a 17 anni, 11 mesi e 3 giorni. Dopo l’esperienza con il Catanzaro, Massimo giocherà con le maglie di Udinese, Juventus e Napoli. In queste esperienze avrà la fortuna di condividere lo spogliatoio con tre geni assoluti del pallone: Zico, Platini e Diego Armando Maradona. Si laurea per due volte campione d’Italia, vincendo lo scudetto sia con la Vecchia Signora nel 1986 che con i partenopei nel 1990.
Pierre Nlend WOMÉ
Il camerunense arrivò giovanissimo nel nostro paese, accasandosi al Vicenza. Pierre debuttò con la squadra veneta a 17 anni, 11 mesi e 18 giorni. Girovago del pallone, giocò in Italia, in Inghilterra ed in Spagna. Nel 2005 approdò all’Inter, ma non ebbe l’opportunità di giocare con continuità, dopo l’ottima stagione archiviata con il Werder Brema. Il tecnico Mancini, infatti, gli preferiva il più esperto Favalli. Punto fermo dei Leoni Indomabili, al Camerun è legato il brutto ricordo legato all’errore decisivo dal dischetto nel 2005 contro l’Egitto che precluse alla sua nazionale la partecipazione al Mondiale di Germania.
Alessandro NESTA
Semplicemente uno dei difensori più forti della storia del calcio. Tecnico, pulito, scaltro: sembrava quasi che giocasse in smoking per l’eleganza con la quale padroneggiava il ruolo. La sua carriera è legata a due maglie di club: la Lazio ed il Milan. Con i biancocelesti completa tutta la trafila delle giovanili, esordendo a 17 anni, 11 mesi e 22 giorni diventandone ben presto bandiera e capitano dello Scudetto del 2000. Passa al Milan nell’ultimo giorno di mercato del 2002 e in maglia rossonera vince praticamente tutto. Campione del Mondo nel 2006, solo gli infortuni furono più forti dei suoi avversari: in molti ricordano l’infortunio rimediato in Nazionale durante il Mondiale di Francia ’98 contro l’Austria e il suo urlo che entrò nelle case di tutti gli italiani. Per sua (e nostra) fortuna, il talento non è stato mai intaccato.
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