Non date confidenza a chi non si emoziona leggendo la classifica marcatori 98/99
5 Luglio 2020
La doppia cifra per un attaccante è come un ventisei per uno studente universitario: un numero notevole, un traguardo ambito – per alcuni – e un voto che non soddisfa, però, i più esigenti nella corsa a laurearsi come miglior marcatore della Serie A.
I Mondiali francesi avevano messo in mostra diversi calciatori che, di lì a poco, sarebbero sbarcati nel nostro campionato, Marcelo Salas su tutti, donandoci diversi spunti: Ronaldo, dopo aver perso la finale giocando con un evidente malore, era affamato di vittorie ed aspettava di unirsi al redivivo Baggio, appena acquistato dall’Inter, che nella rassegna francese si mostrò come uno dei più in forma. Il Divin Codino, protagonista di una staffetta con Del Piero, non era l’unico “atteso al varco”. Proprio Pinturicchio era pronto a consacrarsi definitivamente nella Juventus assieme a Zidane, dominatore dell’ultimo atto del mondiale con la sua Francia.
La stagione 1998-99 sarà ricordata come una delle più folli e avvincenti della storia del nostro massimo campionato: un’annata che ha visto ben ventisei bomber sfondare il tetto delle dieci marcature, molte delle quali hanno scandito i destini di uno dei tornei più belli e indecisi della storia del nostro calcio. Una Serie A che ha visto i calciatori più rappresentativi delle due grandi favorite, Juventus e Inter, essere fermati da guai fisici: Del Piero e Ronaldo, infatti, giocheranno col contagocce, segnando in negativo i destini delle due compagini. La caduta delle protagoniste del Derby d’Italia permise, così, a squadre ambiziose come Lazio e Fiorentina, rispettivamente trascinate dal trio Salas, Mancini e Vieri e dall’asse Batistuta-Rui Costa, di permanere nei piani alti della graduatoria fino alla clamorosa rimonta del Milan, trascinato dalle zuccate di Bierhoff e dal mancino di Leonardo, conquistando, alla fine, un clamoroso Scudetto.
Qui di seguito i ventisei calciatori che in quella stagione hanno segnato almeno dieci reti. E, credeteci, ce ne sono di davvero clamorosi.
Alvaro RECOBA – 10 RETI (INTER e VENEZIA)

El Chino, dopo aver dato ottime sensazioni nella stagione d’esordio in nerazzurro, viene chiuso dall’arrivo di Roberto Baggio nel parco attaccanti dell’Inter e dopo appena cinque presenze complessive senza andare in rete, sceglie di mettersi in luce al Venezia. Affiancato da Pippo Maniero, nel girone di ritorno siglerà ben dieci reti, tre delle quali all’ambiziosa Fiorentina di Trapattoni, sottraendola di fatto dalla lotta-Scudetto. L’apporto dell’uruguaiano permetterà ai lagunari di restare in Serie A senza particolari patemi.
Marcelo OTERO – 10 RETI (VICENZA)

Otero, uno dei grandi eroi della storica Coppa Italia vicentina, si renderà partecipe anche nella stagione 1998-99 di un’ottima presenza realizzativa, con dieci centri. L’apporto dell’attaccante di Montevideo manca, però, di continuità, complice un digiuno lungo quattro mesi che non ha giovato alla compagine veneta. Tuttavia, l’esperta punta uruguaiana ha però colpito la maggior parte delle dirette concorrenti alla salvezza: Cagliari, Perugia, Empoli e Sampdoria sono tra le vittime del bomber.
Hidetoshi NAKATA – 10 RETI (PERUGIA)

Non è il primo giapponese della nostra Serie A, ma è sicuramente il più talentuoso atleta del Sol Levante ad aver calpestato i campi del nostro campionato. Sbarcato in Italia come un vero e proprio fenomeno mediatico, Hide, si è invece affermato come fenomeno in campo, presentandosi con una clamorosa doppietta alla Juventus nella sua prima gara italiana. Ad ulteriore riprova del carisma del Ninja di Kofu si registrano ben due reti su rigore al Milan, una per gara, di cui la seconda ha costretto i rossoneri alle barricate nella decisiva gara-Scudetto dell’ultima giornata. Al Renato Curi fu partita vera: gli umbri, infatti, si stavano giocando la permanenza in massima serie, raggiunta grazie al contemporaneo pareggio della Salernitana, diretta avversaria dei biancorossi.
Roberto MANCINI – 10 RETI (LAZIO)

Il mago di Jesi, dopo aver lasciato l’amata maglia doriana nella stagione precedente in favore di quella della Lazio, si rese protagonista di una stagione condita da gol illustri: Inter, Juventus e una doppietta alla Roma – di cui una meravigliosa di tacco – che permisero ai biancocelesti di restare in corsa fino all’ultimo respiro per il tricolore, poi perso all’ultima giornata. Ma in quella stagione il Mancio si rese protagonista del suo gol più celebre: al Tardini di Parma siglò un gol di tacco volante che fece impazzire Vieri, che lo rincorse gridandogli «Tu sei pazzo». Il modo migliore per celebrare una delle reti più belle della storia del nostro campionato.
Manuel RUI COSTA – 10 RETI (FIORENTINA)

Troppo spesso, e sempre sbagliando, Rui Costa è stato considerato una spalla di Batistuta, ignorando l’apporto del fantasista lusitano alla causa Viola, soprattutto nell’ultimo campionato del millennio, dove le dieci reti restano il bottino più prolifico della carriera del portoghese. In quel torneo si registrano le reti all’esordio nel derby all’Empoli – marcatura ripetuta anche nel girone di ritorno – e una rete, non banale, al Parma. Tra le altre vittime si registrano Venezia, Piacenza, Bari, Perugia e Sampdoria.
Philemon Raul MASINGA – 11 RETI (BARI)

Mazinga – come affettuosamente chiamato dal pubblico barese per l’assonanza con il nome del robot nel celebre manga – è stato uno dei leader dei Galletti a cavallo tra i millenni, un bomber che non ha mai tradito le attese e che spesso si esaltava nelle grandissime piazze del nostro calcio: doppietta a San Siro all’Inter, gol all’Olimpico contro la Roma e in casa al Parma senza tralasciare i gol nelle sfide salvezza a Sampdoria, Cagliari e Piacenza.

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