Privacy Policy Numeri uno dai guanti d’oro: i portieri più titolati (non più in attività) degli ultimi 40 anni - Pagina 5 di 6

Numeri uno dai guanti d’oro: i portieri più titolati (non più in attività) degli ultimi 40 anni

14 Gennaio 2022

Oliver KAHN – 24 trofei

Portiere immenso e atleta formidabile dalla forte, fortissima personalità, che ha fatto la storia del calcio tedesco e non solo. Nell’animo rude e spigoloso di Kahn si specchiava la sua grande competitività, che alimentava con una instancabile fame di vittoria. Oltre alla nazionale teutonica, la sua carriera si divide tra il Karlsruhe – dove si forma nel settore giovanile – e il Bayern Monaco dove sale al ribalta internazionale giocandovi per ben quattordici stagioni.

JULIO CESAR Soares Espindola – 24 trofei

Inizia e termina la carriera con indosso i colori del Flamengo, ma nella narrativa centrale della sua storia c’è l’esplosione fragorosa e definitiva con l’Inter. Rientrato alla base nerazzurra dopo il prestito annuale al Chievo chiuso con zero presenze. L’Acchiappasogni – così come fu ribattezzato dai tifosi interisti – compie un percorso sempre più in crescita che culmina con la notte di Madrid e la conquista del Triplete nel 2010. Titolare della nazionale brasiliana, è stato per anni uno dei portieri più determinanti in circolazione.

Peter SCHMEICHEL – 24 trofei

È stato per molti anni il numero uno indiscusso del Manchester United e della nazionale danese, le due maglie con cui assurge alla fama – giustamente – ancora oggi riconosciuta. Agile tra i pali, eccellente tecnicamente e dal rinvio estremamente efficace. Col carisma tipico di chi guida con autorevolezza la propria retroguardia. Con i Red Devils conquista trofei in sequenza, ma quello più significativo è l’Europeo del 1992 vinto con grande sorpresa dalla sua Danimarca, grazie anche alle sue parate.

IKER CASILLAS Fernandez – 27 trofei

Fin da ragazzo dimostra qualità destinate soltanto a chi è stato baciato da ordini superiori. Casillas esce dal vivaio del Real Madrid e ben presto si carica sulle spalle la responsabilità di difendere la porta della prima squadra, e poi della nazionale spagnola. Con risultati a dir poco fragorosi. Alla corte del Bernabeu, in sedici anni, vince qualsiasi titolo a disposizione, mentre con le Furie Rosse raggiunge il punto più alto del calcio spagnolo, capace di salire per due volte sul tetto d’Europa e poi del Mondo. Chiude infine con la maglia del Porto con cui conquista altri quattro titoli.