Privacy Policy La "magnifica" e nostalgica prima campagna acquisti di Massimo Moratti

La “magnifica” e nostalgica prima campagna acquisti di Massimo Moratti

21 Ottobre 2021

Non tutte le ciambelle riescono col buco. Ma quando su venticinque sono molte più della metà le ciambelle a non riuscire con il suddetto buco, beh, bisogna farsi almeno due conti. Non sono le cronache di un pasticcere, ma quelle di un pasticcione. E lo diciamo con tutta la bontà possibile del mondo, specie se chi vi scrive ha l’animo ferito da anni di attese puntualmente disilluse. Sbagliando s’impara, è vero. Ed il presidente Massimo Moratti ha dovuto attendere tanto – forse troppo – per vedere finalmente realizzato il sogno di camminare sul solco tracciato anni prima dal suo papà che ha dato i natali all’Inter più vincente di sempre. Una squadra capace d’imporsi in Italia, in Europa e nel mondo per un triennio pieno.

Fiducia e incredulità, rabbia e gioia, lungimiranza e disillusione. Sono solo alcuni degli stati d’animo che gli interisti sparsi sul globo terracqueo hanno provato verso il numero dell’Inter che, forse, ha avuto il solo difetto di voler troppo bene alla sua squadra del cuore. La riconoscenza, per sua gioia e dei tifosi, comunque, rimarrà il sentimento verso un presidente – forse l’ultimo vero Presidente con la P maiuscola – che ha guidato la Beneamata verso l’agognata Champions League, attraversando mille metamorfosi: da Armata Brancaleone a macchina perfetta.

Quindici anni sono tanti e sono centinaia i calciatori – seppur si fatichi a definir tali alcuni improvvisati professionisti – che hanno vestito i colori dell’Inter. Ed oggi che è il compleanno di Paul Ince, il primo vero acquisto miliardario dell’Inter di Massimo Moratti, vogliamo ricordare la prima campagna acquisti dell’era post-Pellegrini: quella del 1995-96. Ne vedrete di tutti i colori. Che ci fosse già qualche presagio “cromatico” in molti se ne accorsero quando videro la terza maglia dell’Inter. Forse una delle più “estrose” (eufemismo) mai sfoggiate. E vi immedesimerete (forse) nella speranza e nello smarrimento che attraversarono i cuori dei supporter nerazzurri al termine di quella campagna acquisti. Anche quella di “riparazione”. Anche i ritorni dai prestiti. Anche dopo i tre cambi di allenatore. Gli ingredienti ci sono tutti. Proprio tutti. Per non farci mancar nulla. E goderci questa “galleria degli errori” come si conviene.

Marco BRANCA

L’ex centravanti di Sampdoria, Udinese, Fiorentina e Parma viene prelevato dalla Roma durante il mercato di riparazione autunnale su richiesta di Roy Hodgson. Il tecnico inglese è subentrato in panchina a Luisito Suarez, il quale ha fatto da traghettatore dopo l’allontanamento di Ottavio Bianchi. L’attaccante veste per la prima volta il nerazzurro il 19 novembre 1995 e bagna immediatamente il suo esordio con la rete che apre la vittoriosa sfida contro i friulani. Moratti investe sei miliardi di lire oltre alla metà del cartellino di Delvecchio. L’arrivo dell’attaccante toscano rappresenta una manna per l’Inter: Branca segna diciassette reti in ventiquattro partite, superando il precedente record di quattordici marcature stabilito nel 1993-94 proprio con i bianconeri. Lascia l’Inter ad inizio 1998 per approdare al Middlesbrough.

CAIO Ribeiro Decoussau

È uno dei migliori calciatori che si mette in mostra durante il Mondiale Under 20 in Qatar con la maglia del Brasile. Il folletto suscita le attenzioni dei nerazzurri che, nel mese di novembre, versano ben sette miliardi nelle casse del San Paolo. Il suo acquisto, forse, rappresenta uno dei più grandi punti interrogativi degli anni ’90: mette insieme soltanto sei scampoli di partita, senza mai andare a segno. L’anno successivo viene ceduto in prestito al Napoli: all’ombra del Vesuvio, Caio riesce a mettere in mostra qualche numero del suo repertorio, segnando una rete in Coppa Italia. Dopo un anno e mezzo senza alcuna soddisfazione, viene rispedito al Santos, in Brasile.

Benito CARBONE

Il talento di Reggio Calabria si è particolarmente distinto con la maglia del Torino, meritandosi le attenzioni del commissario tecnico dell’Under 21, Cesare Maldini, che lo ha portato con sé nella vittoriosa spedizione degli Europei di Francia 1994. Il giovane Benny ha l’oro continentale al collo quando viene ceduto alla Roma che lo gira immediatamente al Napoli nell’ambito della trattativa che porta Fonseca a vestire il giallorosso. Con Boskov sulla panchina dei partenopei, Carbone riesce a disputare un ottimo campionato che porta gli Azzurri ad un passo dalla qualificazione in Coppa UEFA. Le ottime prestazioni al San Paolo convincono, dunque, i dirigenti della Beneamata ad acquistarlo per sei miliardi. Con la maglia nerazzurra timbra trentuno presenze, andando in rete contro l’Udinese e nel pirotecnico 8-2 al Padova. L’anno successivo, messo sempre più ai margini da Hodgson, viene ceduto allo Sheffield Wednesday durante il mercato autunnale.

Felice CENTOFANTI

L’estroso terzino sinistro viene prelevato nell’estate del 1995 dopo i buoni campionati disputati con l’Ancona tra la Serie A e la cadetteria. Il difensore abruzzese si è messo in mostra per la sua caparbietà e la capacità di andare al tiro. Qualità che, però, non sono state apprezzate particolarmente da mister Bianchi. Centofanti, infatti, riesce a mettersi in mostra al pubblico di San Siro – con il mitico numero 9 sulle spalle – in rare occasioni. A farlo esordire, infatti, è mister Suarez nel 4-0 rifilato al Torino, mentre Hodgson lo fa partire da titolare quando Pistone manca all’appello. Segna un meraviglioso gol alla Fiorentina dalla lunga distanza che, però, vede la vittoria della Viola al novantesimo. Terminato il campionato, viene ceduto al Genoa in Serie B.

Fabio CINETTI

Il centrocampista arriva fra lo stupore generale nell’estate del 1995, prelevato dal Monza – squadra che milita nel campionato di Serie C1 – dopo che l’Inter ha versato un assegno da un miliardo di lire nelle casse dei brianzoli. La speranza è quella di aver tirato fuori il classico “jolly” dal mazzo. E invece, purtroppo, i nerazzurri si ritrovano con un due di picche. Cinetti, infatti, non riesce ad assorbire l’impatto del doppio salto mortale, ritrovandosi – ad onor del vero – a dover fare i conti con i dubbi e le incertezze di un anno particolarmente turbolento. Suarez gli concede venticinque minuti contro l’Atalanta, mentre Hodgson lo tira fuori dal cilindro nel mese di aprile, schierandolo come titolare nel match di San Siro contro la Sampdoria. A fine anno saranno solo cinque i gettoni accumulati, poi colleziona due tornei fra i cadetti con Torino e Chievo Verona. Dopo l’esperienza al Nizza, nella Ligue 2 francese, Fabio torna in Italia per disputare alcuni campionati nelle serie minori lombarde.

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