Privacy Policy Troppi stranieri e pochi italiani? Qual è la verità? L’analisi degli ultimi trent’anni della Serie A - Pagina 3 di 6

Troppi stranieri e pochi italiani? Qual è la verità? L’analisi degli ultimi trent’anni della Serie A

8 Aprile 2022

1997-98 (612 calciatori): 147 stranieri (14%) – 465 italiani (76%)

Prosegue l’incremento esponenziale della rappresentanza straniera nel campionato italiano: i giocatori esteri, infatti, aumentano di un buon 40% ma è fisiologico che tutte le attenzioni vadano su uno ed uno solo. Per circa cinquanta miliardi di lire, infatti, l’Inter mette a segno il colpo-Ronaldo. La notizia dell’arrivo del Fenomeno all’Inter scatena un tam-tam mediatico che tiene sulle spine per buona parte dell’estate tutti i tifosi nerazzurri, i quali vedono finalmente realizzarsi il proprio sogno quando Ronie sbarca a Milano in una torrida giornata di luglio. L’arrivo del marziano sulla terra oscura naturalmente i pur altisonanti arrivi che fanno registrare le altre squadre: i cugini rispondono con l’ingaggio dell’astro nascente dell’Ajax, Patrick Kluivert, assieme a Ziege e Leonardo a gennaio. La Roma, invece, si aggiudica Pendolino Cafu che, con Zeman in panchina, si esalta così come il suo connazionale Paulo Sergio in attacco. Incuriosisce, infine, l’esperimento della Sampdoria che, dopo aver salutato Mancini dopo quindici anni, affida la sua numero 10 a Matute Morales. Inutile dilungarsi oltre.

1998-99 (622 calciatori): 186 stranieri (30%) – 436 italiani (70%)

A farla da padrone è senza dubbio la Lazio che, dopo aver ammirato innumerevoli campioni messisi in luce durante Francia ’98, mette sotto contratto il cileno Salas in coppia con Vieri, acquistando anche De La Peña, Stankovic e Sergio Conceição, insieme a Mihajlovic dalla Sampdoria che si veste di biancoceleste per seguire Sven-Göran Eriksson. La palma di più caro, invece, va a Juan Sebastian Veron che viene acquistato dal Parma per oltre trenta miliardi. Suscita, invece, le attenzioni di tutto il globo terracqueo la scelta del patron Gaucci che mette a disposizione del suo Perugia il più cristallino talento sfornato dal Giappone: Hidetoshi Nakata. Le ombre di Kazu Miura sembrano addensarsi sul fantasista con gli occhi a mandorla, ma tutti i dubbi vengono fugati in occasione dell’esordio, durante il quale Hide mette a segno una doppietta nel rocambolesco 3-4 con il quale il Grifone mette in difficoltà i campioni d’Italia della Juventus. La Sampdoria, invece, è alla disperata ricerca di un nuovo fantasista e dopo aver accantonato l’equivoco-Matute, a Genova arriva El Burrito Ariel Ortega. Tuttavia, neanche questa volta i Blucerchiati riusciranno a trovare un degno sostituto dei Mancio e i genovesi retrocedono incredibilmente in Serie B al termine della stagione.

1999-00 (667 calciatori): 200 stranieri (30%) – 467 italiani (70%)

Sebbene tutti i giornali gridino allo “scandalo” per i novanta miliardi versati da Moratti nelle casse della Lazio per assicurarsi Christian Vieri ed affiancarlo a Ronaldo, Baggio e Zamorano per dare a Marcello Lippi un attacco da sogno e mirare al tanto agognato Scudetto. Tuttavia, i progetti rimarranno tali e per i tifosi nerazzurri maturerà un’altra stagione ricca di delusioni. E cosa accade, invece, dall’altra parte del Naviglio? Il Milan mette le mani sul talento della Dynamo Kyiv che ha fatto impazzire nelle ultime Champions League le difese di Barcellona e Real Madrid: Andriy Shevchenko. Il ventiduenne, pupillo del Colonnello Lobanovskyi, forma una coppia d’attacco ben assortita assieme a Bierhoff e, difatti, si aggiudica la classifica dei migliori marcatori. Sul numero 7 si fonderanno i futuri successi europei del Diavolo. Ha il sapore della nostalgia, invece, la scelta della Fiorentina che ingaggia una vecchia volpe come Predrag Mijatovic per il suo attacco in vista della Champions League in cui è impegnata la Viola. Sul fronte juventino, invece, mal digerita la passata stagione che l’ha esclusa dall’Europa che conta, l’infortunio di Del Piero convince la dirigenza ad investire risorse nel mercato di riparazione, accogliendo a Torino sia Juan Esnaider che Thierry Henry. Ma per Ancelotti le cose vanno di male in peggio, sublimando nella beffa di Perugia che consegna lo Scudetto alla Lazio sul filo di lana.  

2000-01 (720 calciatori): 237 stranieri (33%) – 483 italiani (67%)

La quota straniera in Italia aumenta costantemente e, ormai, un calciatore su tre tesserato dalle squadre di Serie A è straniero. Il primo calciomercato degli anni Duemila si caratterizza per le spese pazze operate dalle società capitoline, le quali puntano a rompere l’egemonia delle squadre del Nord, costruendo organici sempre più competitivi e a suon di miliardi. Lungo le sponde del Tevere si disputa un derby inedito che vede Cragnotti e Sensi rispondersi in un ideale ping pong di colpi di mercato. Fa sensazione l’arrivo in giallorosso di Batistuta: mister Capello si affida anche alle sue reti per strappare lo Scudetto dal petto dei cugini e, assieme al bomber argentino, arrivano anche Emerson, Samuel e Zebina. La Lazio, da par suo, risponde con l’ingaggio del bomber del Parma, Hernan Crespo, portando in Italia anche Claudio Lopez, asso del Valencia. L’asse fra Lazio e Parma è più che caldo: lasciano la Capitale per accasarsi sulla via Emilia, infatti, sia Matias Almeyda che Sergio Conceição a parziale contropartita del centravanti. La Juventus, invece, aumenta il suo potenziale d’attacco con l’ingaggio di David Trezeguet. Il Parma, invece, ingaggia i francesi Lamouchi e Micoud, mentre la Fiorentina sostituisce il Re Leone con il portoghese Nuno Gomes, ma l’esperimento non riesce appieno.

2001-02 (689 calciatori): 250 stranieri (36%) – 439 italiani (64%)

È la Juventus a monopolizzare le manovre di mercato, decisa a lasciarsi alle spalle il triennio di delusioni in Italia e in Europa. Viene richiamato Marcello Lippi alla guida dei Bianconeri e alla cessione di Zidane al Real Madrid la dirigenza piemontese ovvia con gli arrivi di Nedved, Thuram e Buffon. I principali movimenti del contingente straniero avvengono all’interno dei confini nazionali: il Milan acquista Rui Costa da una Fiorentina ormai sull’orlo del fallimento, mentre l’Inter accoglie Hector Cuper sulla sua panchina che, dopo le imprese con il Valencia, spera di riportare i Nerazzurri lì dove non sono riusciti i suoi (numerosi) predecessori. Ci pensa la Lazio a movimentare il capitolo degli arrivi dall’estero: ceduto Nedved, infatti, Cragnotti regala alla squadra biancoceleste Gaizka Mendieta – unico giocatore in grado di aggiudicarsi per due edizioni consecutive il premio di miglior centrocampista della Champions League – e Jaap Stam, oltre a Stefano Fiore dall’Udinese. L’Inter ingaggia il giovane Adriano per oltre tredici milioni di euro, mentre suscita grande curiosità l’arrivo a Brescia di Josep Guardiola che, assieme a Roberto Baggio e con Carlo Mazzone alla guida, consente ai tifosi delle Rondinelle di sognare ad occhi aperti.

2002-03 (662 calciatori): 205 stranieri (31%) – 457 italiani (69%)

Dopo sette tornei di crescita costante, la cocente eliminazione della Nazionale dal Mondiale di Giappone e Corea del Sud funge da “deterrente cosmico” per molti club. Emblematico è il caso di Ahn-Jung Hwan, giustiziere dell’Italia, il quale viene licenziato in tronco dal Perugia di Luciano Gaucci, titolare del suo cartellino. I titoli dei giornali, però, sono tutti per il divorzio che avviene nelle ultime giornate di mercato tra Ronaldo e l’Inter ed il famoso aut aut che il Fenomeno pose al presidente Moratti, chiedendogli di scegliere chi tenere fra lui e Cuper dopo gli attriti sublimati nella tragedia sportiva del 5 maggio all’Olimpico. Il patron nerazzurro cerca di eliminare ogni alibi all’Hombre Vertical in vista dell’assalto al tricolore, acquistando Crespo, sfiorando quello di Nesta (che, invece, passa ai cugini del Milan) e centrando quello di Cannavaro. E invece la strada prende ancora la strada di Torino, mentre il Milan si “consola” con il trionfo di Manchester proprio sui Bianconeri. L’inversione di tendenza si sente anche in sede di campagna acquisti: rispetto agli altisonanti nomi del passato, la qualità si abbassa drasticamente, facendo presagire una certa crisi finanziaria (e di idee) da parte dei club italiani. Impossibile, però, non ricordare l’acquisto di Rivaldo – fresco campione del Mondo con il Brasile – operato dal Milan. Tuttavia, il fantasista carioca sembra essere solo una brutta copia del grande calciatore visto all’opera in quel di Barcellona e, dopo ventidue presenze e cinque reti in campionato, viene ceduto al Cruzeiro il successivo novembre. La Reggina, invece, centra in pieno l’obiettivo, portando dal Giappone sulle sponde dello Stretto un fantasista completo come Shunsuke Nakamura che, ben presto, farà conoscere in giro per la penisola il suo mortifero sinistro.