Privacy Policy I migliori bomber di provincia scelti e raccontati da Dario Hubner

I migliori bomber di provincia scelti e raccontati da Dario Hubner

28 Aprile 2020

Marco FERRANTE

Credits: Grazia Neri/Getty Images

“Ferrante era uno dei migliori attaccanti che, non potendo contare su grandi mezzi fisici, agiva sulla falsariga del rapace d’area, coniugando la capacità d’inerirsi nello spazio e rubare il tempo. E lui era anche bravo di testa”. La testa la usava, eccome. Lo conferma Hubner, lo ricordiamo bene con gli indici all’insù sulle tempie, a mo’ di toro, ogni volta che andava in rete in maglia granata. Lo ha fatto tantissime volte con quella maglia – per la precisione 112 volte in campionato – per festeggiare insieme ai tifosi granata. In totale, Ferrante ha realizzato ben 209 reti fra Serie A e B, incidendo in ogni piazza dov’è sceso in campo. I primi exploit si hanno nel 1991-92 quando, giovanissimo, segna 13 reti con la maglia del Pisa fra i cadetti. Il Parma gli mise gli occhi addosso e ne acquistò il cartellino dal Napoli, mandandolo in giro fra Perugia, Piacenza e Salernitana. Tuttavia, la vera svolta si ha nel 1996 quando approda al Torino: nel 1998-99 si laurea bomber di Serie B con 27 reti, stabilendo il record di gol nel torneo dal dopoguerra in poi che, successivamente, sarà battuto da Toni. Con 125 gol complessivi è quinto nella classifica dei marcatori granata di sempre. Vive l’ultima fiammata della sua carriera nel 2005-06, quando realizza 8 reti in A con la maglia dell’Ascoli.

David DI MICHELE

Per lui parla Hubner, per questo facciamo riverente silenzio: “Per tecnica, velocità e precisione, David non era secondo a nessuno. Lo ricordo come uno dei giocatori più insidiosi quando ho avuto l’opportunità di giocarci contro. Non ne nascono tanti come lui”. Un talento inossidabile, quello dell’attaccante di Guidonia. Al termine della carriera sono ben più di 620 i gettoni messi insieme nei campionati professionistici, conditi da ben 170 reti. I tifosi lo ricordano con affetto, considerando che ha sempre segnato almeno una rete per venti tornei consecutivi. Si mette in mostra con la maglia del Foggia, ma ha il primo assaggio di Serie A con la Salernitana a fine anni ’90. L’Udinese, da sempre sensibile ai giocatori come lui, lo acquista nel 2001 dopo che, nei due anni precedenti all’Arechi, aveva accumulato ben 37 reti in 76 partite. Vive la sua miglior stagione nel 2004-05, di rientro alla squadra friulana dopo un prestito biennale alla Reggina: segna 15 gol in 37 match e trascina i bianconeri alla qualificazione in Champions League. Poi Palermo, Torino, West Ham, Lecce, Chievo Verona ed ancora Reggina le tappe principali della sua carriera che lo portano a ritirarsi addirittura nel 2016 a quarant’anni d’età compiuti. Grande Re David.

Massimo MACCARONE

Seppur vada verso i 41 anni, Maccarone non vuol proprio saperne di smettere di correre appresso ad un pallone. Da più di due decenni Big Mac gonfia reti in giro per l’Italia e per il mondo. Il bilancio è in continuo aggiornamento e, alla data in cui vi si scrive, i gol messi a segno sono 211 in 674 partite. Una carriera vissuta in pianta stabile in area di rigore: i primi segnali si hanno con la maglia del Prato: 20 reti in 28 partite con la maglia dei toscani. È l’Empoli a mettergli gli occhi addosso e ad acquistarlo per guidare l’attacco verso la riconquista della Serie A: in 68 match sono 26 le volte in cui finisce sul tabellino dei marcatori, sufficienti per essere convocato in Nazionale e guadagnarsi la chiamata del Middlesbrough: 15 gol in due anni di Premier League. Dopo due veloci parentesi fra Parma e Siena in cui sembra aver perso la vena realizzativa, il Siena lo acquista e Maccarone torna a splendere in A (46 reti e 130 partite). La Toscana è la sua “casa calcistica” e torna a vestire la maglia dell’Empoli dopo un anno e mezzo con Palermo e Sampdoria. Sono 92 gol in 262 partite. Un anno in Australia a svernare e, se accendete la TV, lo vedrete correre in campo con la casacca della Carrarese accanto a Tavano.

Simone TIRIBOCCHI

Quando si dice nomen omen, il Tir fa fede al suo soprannome con la potenza fisica e le capacità sui colpi di testa. Ritiratosi alla soglia delle 500 partite nei campionati professionistici, condite da 138 reti all’età di 36 anni, l’attaccante di Fiumicino ha lasciato i suoi più bei ricordi difendendo i colori di Siena, Torino, Lecce ed Atalanta. Stabilisce il suo record personale con il Siena nella stagione 2002-03 con 16 squilli che consentono ai bianconeri di conquistare la loro prima storica promozione in Serie A. Fa lo stesso l’anno successivo con la maglia del Torino, ma il fallimento dei granata vanifica tutto. Due anni e mezzo con il Chievo Verona di buon livello, ma senza i galloni da titolare, lo invogliano a dir di sì alla proposta del Lecce. E l’arrivo in Salento di Simone fa bene ad entrambi: 39 gol in 95 partite con una promozione in bacheca. Arriva a 31 anni la chiamata irrinunciabile da parte dell’Atalanta: nonostante le sue 11 reti i bergamaschi non evitano la retrocessione, ma la stagione successiva le sue 14 realizzazioni aiutano i nerazzurri a ritornare immediatamente in A. È questa l’ultima vera sgasata del Tir, che dirà addio nel 2012 agli orobici per terminare la sua carriera fra Pro Vercelli e Vicenza.

Massimo AGOSTINI

Per tutti è il Condor. A Cesena ed Ancona, in particolar modo, è considerato ancora un mito che cammina. Ed è anche quello che pensa Hubner: “Ho avuto la fortuna di giocarci insieme a Cesena Era un ottimo compagno di reparto, in grado di eludere gli avversari con la sua furbizia in area di rigore o di trovare la via del gol in maniera spettacolare: quante reti in rovesciata!”. Quella messa a segno con la maglia dell’Ancona nel 4-4 contro il Genoa nel 1992-93 rimane la copertina di una carriera vissuta sotto i riflettori. Muove i primi passi con il Cesena ed è la Roma ad ingaggiarlo nel 1986. Il suo apporto in giallorosso non è quello sperato e torna in bianconero nel 1988 all’interno dell’affare che porta Rizzitelli nella Capitale. Al Manuzzi i gol arrivano a grappoli, tant’è che nel 1990 giunge la chiamata del Milan di Sacchi con cui vince una Coppa Intercontinentale ed una Supercoppa UEFA. Nel 1991 passa a Parma, vincendo la Coppa Italia, e un anno dopo si lega alla neopromossa Ancona: le 12 reti non evitano la retrocessione e nel torneo 1993-94 si laurea bomber di categoria con 18 gol. Un’ultima parentesi in A con la maglia del Napoli, per terminare il suo cammino fra i professionisti con il Cesena (una promozione in B), il Ravenna e lo Spezia.