Privacy Policy I migliori bomber di provincia scelti e raccontati da Dario Hubner

I migliori bomber di provincia scelti e raccontati da Dario Hubner

28 Aprile 2020

Luigi MARULLA  

Fenomenologia di una leggenda. Questo è Gigi Marulla per Cosenza ed il Cosenza. Un vero simbolo. Se n’è andato improvvisamente quattro anni fa aumentando, se possibile, la dimensione del suo mito. È il recordman assoluto, in termini di presenze e di reti, con la maglia dei calabresi: in totale si contano 330 presenze e 91 reti distribuite tra Serie B e Serie C. Non riesce mai ad esordire in A, seppur l’abbia sfiorata alcune volte con le maglie di Avellino e Genoa. Gli irpini lo acquistano dall’Acireale, ma non va oltre le giovanili, mentre con i rossoblù liguri mette insieme 23 gol in 100 presenze. Ritorna a Cosenza dopo la prima parentesi vissuta in terza serie tra il 1982 e il 1985 e, incredibilmente, riesce ad andar vicino alla promozione nella massima serie nel 1992, a due punti dall’Udinese di Balbo e Sensini. Infiamma i cuori dello San Vito fino al 1997, quando saluta all’età di 34 anni. Gli stessi cuori che, pochi mesi dopo la sua prematura dipartita, hanno chiesto ed ottenuto d’intitolare lo stadio di Cosenza alla sua memoria.

Massimo MARAZZINA

Nel Chievo dei miracoli di mister Delneri, Marazzina rappresentava uno dei due terminali d’attacco di una formazione spettacolare e spettacolosa. L’attaccante, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, vive un 2002 vertiginoso, conducendo i clivensi verso le zone altissime della classifica: è il più prolifico fra i compagni di squadra, mettendosi dietro gente come Corradi e Cossato. Inoltre, Trapattoni premia la sua stagione da favola convocandolo in Nazionale. L’anno successivo, però, fallisce la grande occasione che gli capita fra le mani: la Roma lo prende in prestito nel gennaio 2003, ma Marazzina non riesce ad impressionare Capello ed inizia un lungo girovagare che lo porta fuori dall’orbita degli scaligeri, i quali lo prestano prima alla Sampdoria e poi al Modena prima di lasciarlo fuori dal suo progetto. Accetta l’offerta dell’ambizioso Torino, che smania di tornare in Serie A. Marazzina guida un attacco esplosivo: con lui ci sono Quagliarella, Maniero e Bruno. Con quattordici reti, porta i granata alla promozione in A, ma il fallimento societario vanifica tutto. Un rapido passaggio a Siena prima dell’arrivo a Bologna, club con il quale conclude la carriera, portando in A i felsinei nel 2008 grazie ai suoi 23 gol stagionali.

David SUAZO

Chi l’avrebbe mai detto che quel ragazzo dell’Honduras, giunto a Cagliari nell’estate 1999 avrebbe insidiato il record di reti assoluto di Riva? Probabilmente nessuno, ma Tabarez sa della bontà del suo intuito: il tecnico uruguaiano, infatti, consiglia l’acquisto del ragazzo al presidente Cellino dopo averlo visto in azione con la maglia dei centramericani durante il Mondiale Under 20 tenutosi proprio quell’anno. Ha le movenze di una pantera, ma deve maturare dal punto di vista tattico. Con l’andar degli anni affina la sua tecnica ed inizia ad andare in rete con incredibile regolarità. Il ritorno al Sant’Elia di sir Gianfranco Zola lo pone nelle condizioni di diventare devastante: segna 19 reti e, con Magic Box ed Esposito, forma un trio da 50 gol che porta i sardi in A. La sua miglior stagione è quella del 2005-06: sale sul terzo gradino della classifica dei marcatori con 22 gol ed attira su di sé le attenzioni di grandi club. La celebre diatriba di mercato fra Inter e Milan per il suo acquisto si risolve in favore dei nerazzurri. Tuttavia, Suazo non riesce a ripetere le prestazioni di un tempo. Termina a soli 33 anni dopo aver vestito le maglie di Benfica, Genoa e Catania con un bottino totale di 114 gol realizzati tra i professionisti.

Gionatha SPINESI

Credits: Sport News

Fu uno degli eroi che conquistò l’incredibile salvezza del Castel di Sangro durante il torneo di Serie B del 1996-97. Gionatha, attaccante proveniente da Pisa, si mise in mostra al grande pubblico all’interno di quel piccolo miracolo sportivo abruzzese che ebbe eco internazionale. Non solo sentimentalismi, ma anche occhio alle qualità: fu questo il modus operandi adottato dal Bari che intravide in lui le qualità necessarie per offrirgli un ingaggio che arrivò nell’estate del 1998. Ad un mese dall’esordio in Serie A segna il primo di ben 52 reti messe assieme con la maglia dei Galletti. Nel 2004 si svincola dai pugliesi e firma per l’Arezzo con cui timbra il cartellino per ben 22 volte. L’anno successivo mister Marino lo porta con sé a Catania, insieme ai colleghi d’attacco De Zerbi e Del Core. La sinergia si ripete anche all’ombra dell’Etna e Spinesi porta in orbita i siciliani fino alla Serie A, riconquistata dopo 23 anni di lunga attesa. Dopo un primo anno scoppiettante nel massimo campionato, terminato con 17 gol all’attivo, l’addio di Marino fa il paio con la flessione delle sue prestazioni. Si ritirerà nel 2009 a soli 31 anni.

Nicola CACCIA

Credits: Grazia Neri/Getty Images

Esordisce in Serie A con la maglia dell’Empoli non ancora maggiorenne nel match che i toscani perdono per 4-0 contro la Juventus. La pasta del campione, tuttavia, c’è e il Bari lo acquista nel 1991: a novembre va a Modena in prestito, formando la coppia d’attacco dei Canarini con Dionigi e l’anno successivo accetta l’offerta dell’Ancona, appena promosso in A. Con i marchigiani segna solo fra i cadetti, ma lo fa per 24 volte in due stagioni, tanto da guadagnarsi la chiamata del Piacenza: nel 1995-96 segna 14 volte nella massima serie e stabilisce il suo record personale. Lo chiama il Napoli, squadra di casa sua, ma l’annata si conclude senza acuti e il trasferimento a Bergamo nella stagione successiva culmina con la retrocessione in B. Nel triennio fra 1998 e 2001 sigla 57 reti (34 in due stagioni con gli orobici, 23 con il Piacenza). Una stagione e mezza in sordina con gli emiliani in massima serie e l’ultima parte del 2003 con la maglia del Como costituiscono i suoi ultimi passaggi fra i grandi. Termina la carriera con il Genoa.